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Prenderà il via nelle prossime settimane un’importante attività di ricerca scientifica sulla coltivazione del tartufo a Pantelleria. L’iniziativa, realizzata dall’Ente Parco Nazionale Isola di Pantelleria, in collaborazione con il Comune di Pantelleria, il Coordinamento Regionale Tartufi Sicilia (Co.Re.Ta.S) dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura e l’Università di Palermo, punta a esplorare nuove strade per lo sviluppo economico dell’isola, incentivando una diversificazione delle produzioni agricole e valorizzando le risorse naturali locali in modo sostenibile.

Una ricerca innovativa con un approccio sostenibile

L’obiettivo della sperimentazione è verificare la possibilità di coltivazione del tartufo attraverso la micorizzazione di piante ottenute da materiale di propagazione autoctono. Questa tecnica permette di creare un ambiente favorevole alla crescita di funghi ipogei, senza alterare gli equilibri ecosistemici dell’isola.

Limitazioni e tutela dell’ambiente

La sperimentazione avverrà esclusivamente su terreni agricoli privati, evitando qualsiasi utilizzo delle aree demaniali boscate, che rimarranno escluse dalla raccolta e dalla ricerca di funghi ipogei. Al momento, a Pantelleria è nota la presenza di una sola specie di tartufo, il Tuber panniferum, non commestibile e il cui commercio è vietato dalla normativa vigente (art. 2 della L. 752/1985, recepita in Sicilia con L.R. n. 35/2020).

Un primo passo: la valutazione dell’impatto ambientale

Prima di avviare la coltivazione vera e propria, il progetto prevede un’attenta analisi dell’incidenza ambientale, per individuare possibili interferenze sugli ecosistemi locali derivanti dall’introduzione di tartufi non autoctoni. Questo step sarà fondamentale per garantire che la sperimentazione rispetti il delicato equilibrio ambientale dell’isola e non alteri la biodiversità esistente.

Un’opportunità economica per il territorio

L’introduzione della coltivazione del tartufo potrebbe rappresentare una nuova fonte di reddito per gli agricoltori dell’isola, contribuendo a potenziare l’economia locale e creando nuove opportunità occupazionali. Il progetto si inserisce in un quadro più ampio di valorizzazione del territorio pantesco, già noto per produzioni agricole di eccellenza come la vite ad alberello e il cappero di Pantelleria.

Foto da DepositPhotos.