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Per Concetta Candido, una 46enne di Settimo Torinese, il licenziamento è coinciso con l'inizio dell'incubo. Senza quei 600 euro al mese che da dieci anni si faceva bastare per sbarcare il lunario sono cominciati i problemi. Un datore di lavoro che non le avrebbe dato il Tfr, costringendola a indebitarsi. E infine l’Inps, a cui la donna avrebbe chiesto a gennaio l’indennità di disoccupazione, per ricevere una risposta (negativa) il 27 aprile perché era sprovvista di un certificato medico e quindi bloccata.

La donna adesso è ricoverata in condizioni molto gravi all’ospedale Cto di Torino dopo essersi data fuoco nell’atrio dello sportello di corso Giulio Cesare. Concetta viveva una situazione estremamente tragica, spiega il fratello Giuseppe al "Corriere della Sera": "Non era solo l’Inps il problema, ma il Tfr, perché se le fosse stato dato anche soltanto un anticipo di quel che le spettava, non sarebbe finita così", dice l’uomo, rammaricato dopo aver avuto un incontro con i legali che si occupano della vertenza della donna, ex addetta alle pulizie alla birreria Befed di Settimo. E mentre l’Inps annuncia che la burocrazia è stata dipanata e che il primo pagamento del sussidio (il cosiddetto Naspi) "è stato disposto con valuta 26 giugno sull’Iban del conto fornito e regolarmente verificato" Giuseppe ribadisce: "È una questione molto complicata, più di quel che sembra. Aspettiamo le valutazioni degli avvocati".

Concetta faceva le pulizie per il locale insieme ad altre tre donne, che sarebbero state assunte da una società gestita dagli stessi titolari della birreria. A dicembre questa società, che aveva regolarmente assunto le signore, chiude. Concetta resta a casa. Non ha molti risparmi e chiede il Tfr. "La titolare però, che era sua amica le avrebbe detto che aveva problemi a pagarglielo. Io fui il primo a dire a mia sorella, 'Concetta, fattelo dare a rate, almeno sopravvivi' Ma nulla". "Concetta non è una sprovveduta. Ha solo la licenza elementare ma è stata sette anni in Inghilterra a fare la cameriera, pagandosi un affitto. Vuol dire che se è andata a finire così c’è qualcosa che non funziona nel nostro sistema", spiega Giuseppe.