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Al Teatro Sociale di Canicattì, la sera del 23 settembre 2014, nell’ambito de “La Settimana della Legalità” organizzata dall’Amministrazione Comunale in memoria dei Giudici Saetta e Livatino, l’Associazione Culturale “La Compagnia del Tempo Relativo” ha rappresentato la piece “Heroes”, scritta dall’estensore del presente articolo Angelo Lo Verme (anche regista al service) e da Lella Falzone (anche regista).

  “Heroes” tratta i temi della legalità e della giustizia, affrontandoli anche e soprattutto nel loro senso più ampio e globale, cioè quello che regola e determina la struttura stessa della società e che scandendo la cronaca quotidiana, decide e scrive la storia e le sorti di un’epoca. Per far ciò essa adotta uno schema narrativo di impronta fantasy, o meglio, “soprannaturale”. Cosicché, ripercorrendo gli ultimi 50 anni più tragici della storia mondiale, si immagina la discesa sulla terra di un ingenuo Angelo inviato da Dio nel mezzo di una guerra per parlare al cuore degli uomini e tentare di redimerli dal peccato. In questa breve permanenza terrena l’Angelo è però costretto a scoprire con una sequenza sconvolgente, quanto gli uomini si sono allontanati dai precetti di vita cristiana. A ricordarglielo ci sono pure le sarcastiche parole di Caino che lo deride e lo mette di fronte alla cruda realtà che deve affrontare. Come se non bastasse, nella scena chiamata “Girone dantesco”, l’Angelo viene ostacolato pure dal demonio, mentre bislacche figure umane, i reietti della società, gli rivelano una sfilza di mali che affliggono il mondo. Il nostro Angelo, onnipresente in scena, vede sfilare le madri della Plaza de Majo, che non si rassegnano a cercare i loro figli scomparsi; ed è pure costretto ad assistere alle conversazioni allucinanti tra Rita Atria, sua madre e un mafioso, tra un razzista, un ragazzo di colore e una tossica. Costretto ad assumere sempre più il ruolo di semplice osservatore dei mali che gli uomini perpetrano sulla Terra, ma anche degli atti di eroismo di cui alcuni sono capaci, l’Angelo non può che provare tanta compassione per il genere umano, dolendosi della propria inevitabile impotenza, dato che il Creatore li ha dotati di libero arbitrio. Perciò alcuni commettono il male, altri compiono il bene, e altri ancora, veri “heroes”, eroi dei nostri tempi, si immolano per il trionfo della giustizia, come i tanti uomini di legge ammazzati, come i giudici Saetta, Livatino, Falcone, Borsellino, trucidati mentre lottavano con tutti i loro mezzi per raggiungere tale eroico scopo. Cosicché l’Angelo finalmente capisce che il vero compito che Dio gli ha assegnato è quello di fare emergere e sviluppare nell’animo umano la compassione e l’amore, per potere così costruire un futuro di pace e armonia. Ci riuscirà mai?

  Gli attori della Compagnia sono: Rosaria Arrostuto, Alessia Cammalleri, Emanuela Carlino, Rachele Cassaro, Giulia e Veronica Crapanzano, Roxana Curta, Nicolò Curto, Antonio Di Natale, Lella Falzone (anche regista), Flavia Farruggio, Luigi Giorgio, Ahmed Isaac, Alessia La Morella, Morena Messina, Francesca Moncado, Loriano Moncado (anche aiuto regia), Moira Nicosia, Dalila Ricotta, Noemi Terrana, Roberta Urso. Le truccatrici e aiutanti di scena sono Emilia Sardo e Martina Vinci, e per l’occasione la fotografa che ha immortalato le scene è Clelia Lo Verme.

  Per dare un’idea del tipo di rappresentazione trascrivo il seguente prologo:

Attrice“Il legislatore ateniese Solone sosteneva che “La giustizia è come la tela del ragno: trattiene gli insetti piccoli ma quelli grandi la sfondano”. Dopo 25 secoli non sembra che sia cambiato molto, visto che la giustizia, la morale e la legalità sono rimasti concetti alquanto soggettivi. Ad esempio, se per convenienza di qualcuno il legislatore depenalizzasse l’omicidio, uccidere non sarebbe più illegale! Anche per gli insetti piccoli, in nome d’un nostro peculiare garantismo peloso. E addio serena convivenza! Dove voglio arrivare con queste assurdità? Dai, diciamoci la verità! Chi non ha mai sospettato che i potenti non vengono perseguiti dalla legge come i poveri cristi? Chi almeno una volta non ha mai pensato che i potenti difficilmente pagano, e che solo la gente comune paga in proporzione ai crimini commessi? E uscendo dai nostri confini, diciamocelo chiaro: il mondo non è ancora quel luogo ideale dove la giustizia vera regna e governa! Quella giustizia in senso ampio vanamente agognata nel secolo dei lumi!

Caino Il mondo purtroppo è rimasto il teatro di tante ingiustizie e di tutti gli orrori che ne conseguono: sfruttamenti, persecuzioni, guerre, genocidi. Diciamocelo pure! Senza una vera giustizia non vi può essere compassione, e viceversa. Ad esempio, vi sembra giusto e compassionevole che ancora c’è chi muore di fame e chi si può saziare fino all’obesità? O che c’è chi detiene enormi ricchezze, e chi è costretto a vivere nella miseria più nera? Quanto dolore! E vizi capitali come l’ingordigia, la superbia, l’avarizia, non vengono nemmeno contemplati dalla giustizia terrena! Pensateci, rifletteteci anche un solo istante! Siete arrivati a qualche conclusione? E sì, credo che la giustizia, come la morale, rimarranno concetti relativi finché l’umanità non evolverà nel senso dell’amore e della compassione! E adesso seguitemi, vi accompagnerò in un viaggio lungo mezzo secolo dove vi farò conoscere dei veri eroi. Eroi come le madri della Plaza de Majo, che non si rassegnano a cercare i loro figli scomparsi. Eroi come i giudici Saetta, Livatino, Falcone, Borsellino, che hanno creduto fino in fondo negli ideali di giustizia. O come Rita Atria, la piccola grande donna che ha voluto affrontare gente prevaricatrice e potente con coraggio e determinazione, sino a morirne. E due ragazzi sfortunati, che dietro la loro corazza di dolore riescono a regalarsi ancora un sorriso. Però anche l’uomo più cattivo ha in sé un lato buono, che non riesce a ritrovare: basterebbe scavare dentro. Ricordatelo! Ah!, dimenticavo: io sono Caino.”

E uno stralcio del dialogo tra l’Angelo Joe e Caino:

<<… JoeBravo Caino! Vedo che hai studiato!

Caino Certo che ho studiato, e devo dire che il tempo non mi è mancato! (Risata maligna) Ah ah ah! Ah ah ah! (Complimentandosi con se stesso): Che bella battuta!

JoeRidi pure Caino; sappi però che ride bene chi ride ultimo!

Caino (scuote la mano davanti il viso come per scacciare una mosca) La solita frase fatta! Mettici più fantasia, Angelo dei miei stivali! Invece ascolta ora la mia dotta disquisizione sulla guerra.

Joe (placidamente) Mi spiace notare che oltre che invidioso, difetto costato tanto caro a tuo fratello Abele, sei pure superbo!

Caino (irritato) Ti avverto, eh!, non rinvangare il passato! Ora taci e ascolta.

Joe (sempre placidamente) Ti ascolto. Spero però che la tua disquisizione non l’hai presa dal vocabolario come la definizione di prima!

Caino (lo fulmina con gli occhi ma non replica: comincia a capire che quell’Angelo è tosto) Considerato che in migliaia di anni di civiltà ci sono stati più periodi di guerra che di pace, tale da far pensare che la pace non è altro che una tregua per organizzare un’altra guerra, deduco che quest’ultima è un istinto naturale dell’uomo. E in quanto istinto, come la fame e la sete, gli umani non riescono a controllarlo e devono farsi necessariamente la guerra. E’ l’istinto del guerriero che i pacifisti vorrebbero tenere a bada! Pazzi! Illusi! L’assassinio dei propri simili, dei propri fratelli, è connaturato nell’uomo, e io ne sono la primordiale prova biblica più celebre. Non è che ne vada esattamente fiero, ma è così che va il mondo e nessuno può farci niente!

Joe La tua disquisizione è allucinante! Davvero degna d’un Caino!

Caino (irritato)Non offendiamo eh!

Joe Tieni a bada la tua ira! Devo solo dirti che la tua cinica e fatalistica esposizione, non tiene conto del fatto che l’uomo è dotato di libero arbitrio e può usarlo in un senso o nell’altro. Cioè, liberamente può scegliere di adoperarsi per la pace o per la guerra, per la giustizia o l’ingiustizia, per la legalità o l’illegalità. E’ una questione di pura consapevolezza e di scelta: gli oscuri scelgono percorsi oscuri, gli illuminati scelgono sentieri luminosi dove la legalità e la giustizia si rivestono dei panni dell’assoluto.

Caino (confuso, non sapendo controbattere) Tutte chiacchiere!

Joe In fondo percepisco che c’è dolore nelle tue parole; hai fatto intendere che non sei fiero di un nome che evoca immediatamente ribrezzo, esattamente come quello di Giuda. E allora non devi dimenticare che le parole hanno un peso e che quindi devono essere usate con parsimonia. Gli antichi avevano capito il potere delle parole. Le parole sono come le piante, le seminiamo e dobbiamo averne cura, cura in quello che diciamo, perché queste parole crescono e si radicano in chi le riceve…>>.