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nuovo-1Prima di iniziare a parlare delle tele della pittrice canicattinese Rosaria Scaglione, è utile fare un rapido excursus storico sull’arte impressionista ed espressionista per recensire l’opera di quest’artista contemporanea. L’impressionismo è una corrente artistica sorta a Parigi nella seconda metà dell’Ottocento ed è durata fino ai primi del Novecento. L’espressionismo è un movimento culturale europeo ascrivibile al primo ventennio del Novecento. La corrente impressionista e il movimento espressionista a loro volta furono tendenze dell’avanguardia, cioè moti spontanei e non guidati di un determinato periodo storico, percepiti dal singolo individuo ma accomunati da un’esigenza collettiva di cambiamento. Si configurarono come tendenze anche i cubisti, i futuristi, i metafisici, i surrealisti, i dadaisti, nel loro individuale intento di rompere con la tradizione, di rivoluzionarla, spesso in antagonismo tra di loro, e assurgere agli altari della modernità.

  Ogni corrente o movimento attinge da una sorta di inconscio collettivo la sua esigenza di cambiamento e tenta di attuarlo con una propria differente visione. Gli impressionisti e gli espressionisti si sono contrapposti nel loro intento di rivoluzionare il linguaggio artistico in base al differente peso che rispettivamente attribuivano all’oggettività e alla soggettività. Per i primi era la realtà oggettiva a imprimersi nella coscienza soggettiva dell’artista; per i secondi il moto era inverso: dall’interno all’esterno, dall’anima dell’artista alla realtà, senza mediazioni, generando una sorta di ribellione dello spirito contro la materia. Quindi, gli “occhi dell’anima” diventano il principio della poetica espressionistica.

  Fra le tele di Rosaria Scaglione si può notare un dipinto che rappresenta e s’intitola appunto: “L’occhio dell’anima”. Il collegamento con l’espressionismo quindi viene spontaneo, ed espressionista è in prevalenza il genere pittorico di Rosaria Scaglione, con dipinti, per la maggior parte ad olio, dove la realtà viene introiettata, soggettivata e interpretata  con effetti poetici in grado di emozionare all’istante il fruitore.

  Nelle sue opere realizzate in un arco temporale di circa trentacinque anni, si scorge una lenta metamorfosi a ritroso dello stile, cioè dal tentativo della perfezione delle forme a una maggiore libertà espressiva, divenendo appunto sempre più espressionista. Ciò per certi versi è una maturazione dell’artista e della sua arte, da quando ragazzina di Scuola Media cominciò a cimentarsi coi colori e i pennelli, incoraggiata dal suo insegnante di Educazione Artistica, il Professore Licata, che vedeva in lei un potenziale talento artistico da coltivare.

  Pur essendo un’assoluta autodidatta, i dipinti dei primi tempi, appunto, si caratterizzano per la maggiore cura dei dettagli e per la precisione delle sfumature, quasi come un’accademica, pur non raggiungendo la perfezione delle forme, obbligatoria nei percorsi universitari. Sembra però che nel tempo si sia voluta ribellare alle sprovincializzanti “autoimposizioni” accademiche, così si è svincolata da regole e tecniche. A modo suo ha fatto avanguardia, ha rotto con la tradizione e più o meno consapevolmente è andata ad ascriversi nel novero degli artisti post-moderni o contemporanei. La post-modernità però ancora sfugge a qualsiasi tentativo di definizione, è ancora totalmente slegata da un comune obiettivo che fosse anche inconscio ma di una certa utilità e comunque categorizzabile quantomeno dagli psicoanalisti. Obiettivi che per lo meno hanno più chiari i nuovi movimenti politici. L’arte contemporanea invece è individualizzata e individualizzante, quasi fine a se stessa, non esente da funzioni estetiche ma priva di mordente sociale. Un vero paradosso nell’era della potente comunicazione mediatica governata dal web e da tutti gli strumenti che la veicolano e che sono accessibili a chiunque. E’ una sorta di grande indigestione mediatica, zeppa di piatte e fra l’altro volutamente incomplete informazioni, dove l’arte e la bellezza vera sono relegate ai margini dei martellanti e invadenti mass media. Eppure la bellezza potrebbe salvare il mondo! Verrebbe quasi da pensare che si voglia invece evitare di salvarlo questo mondo!

  Semmai l’arte contemporanea coagulerà una tendenza, che ovviamente sarebbe in evoluzione, e semmai riuscirà a trovare un comune denominatore e a concretarsi, probabilmente questa tendenza sarà meglio definita e articolata dai posteri. Oggi si può solo dire che l’arte dovrebbe intanto avere come tendenza la bellezza in sé ed essere finalizzata socialmente, e non semplicemente sottostare alle leggi dell’economia e del successo, le uniche tendenze maggiormente riscontrabili e a cui fra l’altro riescono ad accedere pochi privilegiati artisti, o presunti tali. Il resto produce bellezza che resta isolata nel chiuso di una stanza o al massimo di qualche mostra locale, poco incoraggiata se non ostacolata dalle istituzioni, e snobbata e pochissimo visitata dai fruitori a cui è rivolta, interessati da tutt’altre istanze.

  Noi intanto ci accontentiamo di dire che Rosaria Scaglione la sua parte nel mondo la sta facendo poiché produce bellezza, produce poesia, come tanti altri artisti, anche se ancora incapaci di coalizzarsi e creare una tendenza che conduca verso un mondo più bello. Nel produrre poesia, la poetessa/pittrice Scaglione, come si suol dire in poesia, si è presa delle “licenze”, trattando la materia colorante e i pennelli con più istintività e aggressività rispetto agli inizi: appunto, come già detto, un percorso a ritroso, anche se ciò non necessariamente è un’involuzione, anzi. Il risultato è una pennellata più vigorosa e vivace e delle tinte più forti, queste ultime in qualche modo armonizzate, più o meno consapevolmente o comunque ben guidate dal personale istinto dell’artista. Tutto questo ha donato molta più poesia ai suoi soggetti, che siano paesaggi, nature morte o figure umane: tutti, egualmente, riescono a comunicare molta emozione. Soggetti dai colori vivaci, solari, mediterranei, propriamente insulari.

  Ammirando le opere di Rosaria Scaglione, visibili nel sito “Ioarte”, è come leggersi dei versi composti da una sensibile poetessa che si esprime coi colori invece che con le parole. Il risultato, il messaggio emotivo è lo stesso se non superiore, se si considera la maggiore immediatezza e la quasi universale fruizione della forma pittorica rispetto a quella letteraria. Graziosissimi e fortemente poetici sono i soggetti dedicati al mare: i tramonti, il porticciolo di Acireale presentato come villaggio di pescatori, o l’isola di Capri con nello sfondo i famosi faraglioni; romanticissimi e nello stesso tempo burleschi quelli raffiguranti dei teneri momenti tra amanti; particolarmente calde e poetiche appaiono quel paio di originali nature morte. In definitiva, sicuramente, per gli amanti delle emozioni e quindi della poesia e della bellezza, Rosaria Scaglione è un’artista da considerare e la sua produzione artistica raccolta nel sito “Ioarte” è da andare a ricercare e aggiungere tra i “preferiti” sul web per godere della poesia connaturata nella sua personalissima arte.

 

        Angelo Lo Verme