Economia&Lavoro

A Londra non si trova personale qualificato: azienda palermitana forma e assume dalla Sicilia

Il gruppo siciliano Prezzemolo & Vitale ha ottenuto a Londra la “Sponsor licence“, cioè l’autorizzazione per l’assunzione di personale straniero in territorio britannico. Potranno così formare giovani in Sicilia, da impiegare nei supermercati Oltremanica.

L’azienda forma il personale in Sicilia per i negozi di Londra

L’azienda palermitana è pronta ad aprire altri negozi a Londra, ma ha grandi difficoltà a trovare personale qualificato, in particolare salumieri. Sono in programma più di 20 assunzioni nell’immediato futuro, sia per i punti vendita già aperti (4 nella capitale britannica) e per i nuovi di cui è programmata l’apertura.

Le nuove leve si aggiungerebbero ai circa 60 addetti che già lavorano nei punti vendita londinesi. Per i negozi di Borough, Notting Hill, Wimbledon e Chelsea, Prezzemolo & Vitale è a caccia di talenti a diversi livelli di specializzazione e formazione.

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Si tratta di staff per i banchi di salumeria e formaggi, assistenti sala (eventualmente anche da formare) a cui è richiesta una minima competenza e un buon inglese e che avranno oltre a formazione e benefit un lavoro a tempo pieno. La Sponsor licence apre nuove opportunità.

La Sponsor licence e le nuove assunzioni

«La licenza è un percorso lungo e complesso, ottenerla comporta mille controlli, è giusto così. Siamo orgogliosi di contribuire alla crescita, al lavoro e alla diffusione di cultura italiana ma, soprattutto, amiamo l’idea di supportare giovani nella realizzazione del sogno di una carriera a Londra» racconta José Prezzemolo, responsabile delle risorse umane nell’azienda di famiglia, a Il Sole 24 Ore.

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I fratelli Salvatore e Vincenzo sono impegnati in altri aspetti del gruppo, presente a Palermo con sette punti vendita. L’azienda dà lavoro complessivamente a 250 persone con un giro d’affari di 45 milioni. L’obiettivo è trovare personale capace di tenere alto il nome dei negozi, uno staff di eccellenza che conosca e ami il buon cibo italiano, che sia capace di raccontarlo e venderlo al pubblico inglese. «Selezioniamo sia personale con esperienza sia senza e la selezione avviene sulla base dei curriculum ricevuti», aggiunge José.

«Abbiamo anche provato a contattare alcune scuole alberghiere per provare ad avviare una collaborazione finalizzata all’inserimento dei ragazzi che in quelle scuole imparano cose che possono tornare utili anche nella gestione dei nostri reparti perché vi è la conoscenza dei prodotti: dall’ortofrutta all’enogastronomia».

«Non condividiamo quello che ha detto recentemente Alessandro Borghese: non è solo “sul campo” che si impara un mestiere, e non sempre la formazione puoi farla lavorando – dice Giusy Vitale –. Il mondo enogastronomico si è evoluto e ha bisogno di un nuovo livello di formazione».

Redazione