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“Mi sento a casa, sono pronta a salvare vite”. È la storia di Laura Lator, chirurga argentina di 37 anni ed è il primo medico straniero ad aver accettato di venire in Sicilia. Si è trasferita a Mussomeli (Caltanissetta) assieme al marito e ai due figli. Grazie a lei il reparto dell’ospedale, dove era rimasto in servizio solo il primario, tornerà operativo. Lo racconta a Repubblica.

Laura Lator è la prima chirurga argentina in Sicilia

Dopo aver sostenuto l’ultimo colloquio dal primo aprile entrerà in sala operatoria. “Mi sono sentita a casa dal primo momento. Non vedo l’ora di tornare in corsia”. Una delle sfide più difficili è stata quella della lingua italiana, una notevole barriera che ha comunque superato con successo.

Ad aprile scorso la giovane mamma- chirurga ha vinto il concorso dell’Asp di Caltanissetta aperto per la prima volta a professionisti extra Ue. Un esperimento pilota nato da una convenzione tra l’azienda sanitaria e l’università di Rosario per trovare una soluzione alla fuga di medici italiani che ha messo in ginocchio l’ospedale. A rispondere all’appello sono stati 37 argentini. “Ho saputo del bando da una collega tedesca. Non ci ho pensato su due volte e ho presentato la domanda”.

La sua carriera e vita in Argentina

Si è specializzata in chirurgia generale e in gastroenterologia. Per anni ha lavorato in diversi ospedali argentini, tra cui la clinica “Udaondo” di Buenos Aires dove è diventata primaria. “Il sistema sanitario argentino è in crisi. I medici sono sottopagati, c’è grande instabilità in tutto il Paese e la criminalità dilaga. Mio marito ha origini calabresi e da tempo desiderava trasferirsi in Italia. Così, quando ho saputo di essermi collocata in posizione utile in graduatoria, abbiamo deciso di prendere al volo questa possibilità”.

Ma finalmente dopo tanta attesa è arrivata la chiamata. “Sono arrivata a Mussomeli il 4 febbraio. La comunità mi ha accolto a braccia aperte. Sono rimasta colpita dalla grande generosità delle persone. Mi hanno fatto sentire in una grande famiglia”. Il marito, professore di educazione fisica, ha subito trovato lavoro come istruttore di padel. I figli di tre e due anni hanno già cominciato a frequentare l’asilo. “Passare da una metropoli di dieci milioni di abitanti a un piccolo paese dell’entroterra siciliano è stato un grande cambiamento. Ma non sento affatto la mancanza della città. Mussomeli è un borgo pieno di storia. Amo le sue piccole strade, le campagne e il cibo. Ho trovato subito una casa grande e piena di luce. In paese c’è sempre qualcuno pronto ad aiutarci. Le maestre riaccompagnano i bimbi a casa. Se sono per strada con i sacchi della spesa, trovare un passaggio non è mai un problema”.

Le parole del commissario straordinario dell’Asp

A pronunciarsi a riguardo è stato il commissario straordinario dell’Asp Alessandro Caltagirone. “Il 14 aprile abbiamo convocato altri undici argentini vincitori di concorso”. Per il sindaco Giuseppe Catania, promotore della convenzione con l’università di Rosario, è l’epilogo di una lunga battaglia per tenere aperto l’ospedale. “Tutti i bandi precedenti per cercare personale erano andati a vuoto. Sono stati chiusi tre reparti su sei. Adesso finalmente il nostro territorio rinascerà”.