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provvidenza-grassiSembrano davvero pochi, o addirittura inesistenti, i dubbi degli inquirenti e del magistrato Diego Capace Minutolo in merito alla morte diProvvidenza Grassi, la ventisettenne scomparsa lo scorso 10 luglio, e ritrovata ieri sera sotto un cavalcavia a Bordonaro, con la sua auto. Si sarebbe infatti trattato di un incidente stradale.

La ricostruzione provvisoria – Provvidenza si trovava alla guida della sua Fiat 600 bianca, e tornava da Rometta, dove era stata in compagnia del fidanzato fino a tarda ora. La giovane stava tornando a Santa Lucia sopra Contesse, dove risiedeva, quando, per cause ancora da accertare – forse un colpo di sonno, un guasto alla vettura o un animale sulla carreggiata – poche centinaia di metri prima dello svincolo “Gazzi”, ha perso il controllo dell’auto. La Fiat si è quindi “infilata” in quello stretto spazio che c’è tra il termine della parete della galleria e l’inizio del guard rail, volando giù dal viadotto. La vettura è “atterrata” violentemente in mezzo alla vegetazione che si trova alle spalle di una cabina elettrica, proprio sotto il cavalcavia “Bordonaro”.

Il ritrovamento – Nonostante le ipotesi più disparate sulla scomparsa, ivi incluso un presunto coinvolgimento del fidanzato, nelle scorse settimane arrestato per spaccio di droga, nessuna traccia di Provvidenza è stata individuata. Nelle prime settimane vennero fatti anche dei sorvoli con elicotteri per tentare di individuare la vettura. Ovviamente, nascosta sotto il cavalcavia, era impossibile scorgerla dall’alto. Solo nel pomeriggio di ieri, quando alcuni addetti dell’autostrada si sono recati alla cabina elettrica per una manutenzione, uno di loro ha notato la vettura quasi totalmente occultata dalle sterpaglie, e ha avvertito le forze dell’ordine. Quasi immediato anche il ritrovamento del corpo della giovane. Molto probabilmente Provvidenza non è morta sul colpo. La ragazza è stata infatti ritrovata a diversi metri dalla carcassa dell’auto, rannicchiata. È verosimile che, nonostante le gravi ferite, sia riuscita ad uscire dalla vettura per chiedere aiuto. Purtroppo era notte fonda e le case abitate più vicine sono a diverse decine di metri.

Impossibile accorgersene prima? – Come è possibile che siano dovuti passare sei mesi prima che qualcuno si accorgesse della vettura? È una domanda che si pongono tutti, e sicuramente gli inquirenti tenteranno di dare una risposta. La zona non è esattamente il centro cittadino, ma il ritrovamento è comunque avvenuto a pochi metri da una strada e da una cabina elettrica dell’autostrada, che è stata addirittura ritinteggiata in settembre. Ci sono quindi stati dei lavori, un continuo via vai per molti giorni. Possibile che nessuno abbia notato nulla? Inoltre una rapida perlustrazione all’uscita dalla galleria – dove comunque non sono state trovate tracce di frenate -, ha permesso alle forze dell’ordine di ritrovare addirittura la targa dell’auto di Provvidenza, e notare ammaccature evidenti al guard rail. Eppure, proprio nelle ore successive la denuncia di scomparsa, la strada di ritorno che doveva essere percorsa dalla ragazza era stata setacciata.

Il rifiuto della famiglia – Il padre di Provvidenza, Giovanni Grassi, però non ci sta. “Andremo avanti, lotteremo fino alla fine. Ci interessano la verità e la giustizia“, ha dichiarato. L’uomo, sin da subito, aveva negato un probabile allontanamento volontario di Provvidenza. Doveva essere accaduto qualcosa di strano. A fargli eco l’avvocato della famiglia, Giuseppina Ilaria: “Qualche mese fa, qui vicino c’era un cantiere edile. Nessuno si è mai accorto di nulla? In sei mesi sono state fatte ricerche, la zona è stata setacciata anche con elicotteri, ma mai nulla era stato trovato. Possibile che sia stata solo l’alta vegetazione a nascondere tutto?”. 

Al momento dare risposte a queste domande è molto difficile. È certo che sulla scomparsa di Provvidenza si erano fatte le ipotesi più disparate ma, quasi sicuramente, l’unica che non era stata presa seriamente in considerazione è stata quella della tragica fatalità. Se fossero confermate le ipotesi degli inquirenti, andrebbero sicuramente comunque accertate delle responsabilità.

Dario Lo Cascio