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di Nando Cimino

         Oggi tanti esperti dibattono sulla necessità di fare la doccia ogni giorno. Sono peraltro in molti ormai a sostenere che questa abitudine potrebbe a lungo andare rivelarsi addirittura dannosa; e che quindi sarebbe più opportuno fare il bagno o la doccia  non più di una volta a settimana. Ma sappiate che fin nella prima metà del novecento, e soprattutto nel nostro meridione tra le classi sociali medio-basse, era uso fare un bagno completo solo una volta l’anno ed in genere nel periodo di Pasqua a ridosso della primavera. Ciò era probabilmente dovuto non solo ad una sommaria cultura dell’igiene in generale, ma anche a fattori contingenti quali la scarsità di acqua corrente nelle case ed alla mancanza di un luogo adeguatamente attrezzato (leggi bagno) dove l’operazione potesse avvenire in maniera semplice e riservata. “L’evento” coinvolgeva quasi sempre buona parte della famiglia; infatti c’era sempre bisogno di qualcuno che con un boccale attingesse l’acqua dal grosso pentolone di rame (a quarara) e la versasse pian piano nelle carni della “bagnante”, che aveva già preso posto nella vasca; o meglio in quello stesso recipiente di legno, l’unico in casa abbastanza capiente, che veniva in genere usato per lavare i panni ovvero a pila. La privacy era praticamente inesistente; in assenza di posti adeguati peraltro, il tutto si svolgeva quasi sempre nella stanza che ospitava la cucina; questo serviva infatti ad evitare di spostare eccessivamente il pesante pentolone che era stato usato per riscaldare l’acqua, ma anche per godere del tepore che la legna ancora ardente riusciva ad emanare.        Non c’era il bagno schiuma ovviamente; e come detergente veniva usato un pezzo di sapone duro e poi una sorta di striglia che l’aiutante di turno passava “delicatamente” sulle spalle del malcapitato/a; parte del corpo peraltro più difficile da raggiungere con le proprie mani, soprattutto per gli anziani,   e  posto dove quindi lo sporco di un intero anno costituiva già quasi una seconda pelle. Nella fase di risciacquo poi si aggiungeva  qualche scorza di limone ma anche qualche fogliolina di alloro o menta sminuzzata che serviva come profumazione. La complessa operazione durava a lungo, infatti non tutta la famiglia si lavava sempre lo stesso giorno. Alla fine, quasi come fosse stata una sorta di  liberazione, ma anche di  desiderato piacere, il “lavato”  esclamava: “ Pari ca mi sentu cchiù leggiu” !