Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di SiciliaFan! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

Giada si è suicidata lanciandosi dal tetto dell'università in quello che doveva essere il giorno della sua laurea (leggi qui tutta la ricostruzione), nel giorno della sua laurea. Una morte che per il docente di Filosofia del Diritto e Informatica Giuridica all'Università degli Studi di Teramo, Guido Saraceni, diventa spunto per un post commovente e per invitare i genitori degli studenti a "un gesto d'amore": lasciarli liberi di sbagliare.
 


"Per quanto mi riguarda, la giornata delle lauree è un giorno di lavoro non meno faticoso e stressante di altri. I candidati devono essere attentamente ascoltati, interrogati e valutati. I voti devono essere discussi, spesso anche lungamente, con una commissione di colleghi che non sempre hanno le stesse idee, la stessa sensibilità culturale o lo stesso identico orientamento in tema di voti. Eppure la giornata delle lauree per me è anche una giornata gioiosa. Guardando il volto dei genitori, degli amici, dei parenti accorsi per sostenere e supportare il proprio candidato, partecipo volentieri della loro felicità, ne percepisco l'orgoglio e l'emozione. Mentre il candidato parla, sono tesi come corde di violino, attenti a ogni singola parola, con gli occhi lucidi e lo sguardo fiero. Dopo si lasciano andare ai festeggiamenti, con tanto di cori e coriandoli. La giornata delle lauree celebra la maturazione, la fatica e l'impegno dei nostri studenti. Ha il sapore della speranza nel futuro", dice il professore.

E ancora: "A queste cose ho pensato quando ho letto che una ragazza di Napoli, il giorno delle lauree, è salita sul tetto dell'Ateneo e si è lanciata nel vuoto: aveva detto a parenti e amici che quel giorno si sarebbe laureata, ma non aveva completato il ciclo di studi. Ma l'università non è una gara, non serve per dare soddisfazione alle persone che ci circondano, non è una affannosa corsa a ostacoli verso il lavoro. Studiare significa seguire la propria intima vocazione. Il percorso di studi pone lo studente davanti a se stesso. Cerchiamo di spiegarlo bene ai nostri ragazzi. Liberiamoli una volta per tutte dall'ossessione della prestazione perfetta, della competizione infinita, della vittoria a ogni costo. Lasciamoli liberi di essere se stessi e di sbagliare. Questo è il più bel dono che possono ricevere. Il gesto d'amore che può letteralmente salvarne la vita".