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La Rai non ha ancora risarcito il boss Giuseppe Graviano. Nel mese di febbraio fu condannata dal Tribunale civile di Roma a risarcire con 8mila euro Graviano per danno all’immagine, nonché a versare 3mila euro, come compenso professionale, ai due legali del boss. Il motivo? Durante un processo di corte d’Assise nel carcere di Rebibbia il boss aveva detto di non voler essere ripreso dalle telecamere, ma gli operatori girarono ugualmente alcune immagini che successivamente vennero diffuse. A causa del mancato pagamento delle somme, gli avvocati hanno inviato una diffida alla Rai che, se non pagherà entro 8 giorni, subirà l’azione di “recupero forzoso”.

Come spiega PalermoToday:

Il danno all’immagine è stato riconosciuto in quanto Graviano – l’8 marzo 2011 – nell’aula bunker del carcere di Rebibbia, dove si era recata la Corte d’Assise di Palermo, non aveva prestato il consenso ad essere inquadrato nel confronto con Gaspare Spatuzza.

Il presidente della Corte, dopo il rifiuto di Graviano a essere inquadrato, aveva autorizzato le riprese in aula, senza però riprendere l’imputato. Ma poche ore dopo, nel corso di un servizio sull’udienza, il Tgr mostrò il volto di Graviano. La Rai ha sempre sostenuto di avere esercitato legittimamente il diritto di cronaca, considerato che si trattava di un importante processo di mafia. Il giudice però non ha accolto questa tesi, dando ragione al boss palermitano, ex reggente del mandamento di Brancaccio-Ciaculli.