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Giuseppe Graviano, chi è l’uomo di Cosa Nostra. Biografia: dove è nato, quanti anni ha, cosa ha fatto. L’arresto, i processi e le condanne. Dove si trova e cosa fa oggi.

Giuseppe Graviano

Giuseppe Graviano nasce a Palermo, il 30 settembre del 1963, quindi ha 59 anni. È il terzo, per età, dei fratelli Graviano, figli di Michele Graviano: ha due fratelli, Benedetto e Filippo, e una sorella, Nunzia. Il padre viene ucciso nel 1982. Affiliato alla Famiglia di Brancaccio, insieme al fratello maggiore Filippo, diviene latitante nel 1984.

A lui, infatti, il giudice Giovanni Falcone destina un mandato di cattura, in seguito ad alcune dichiarazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Contorno. Nel 1990 diviene reggente del mandamento di Brancaccio-Ciaculli, insieme al fratello, subentrando a Giuseppe Lucchese. Nel 1992 il suo nome è tra quelli coinvolti nel tentato omicidio del commissario Rino Germanà, a Mazara del Vallo.

Arresto e condanne

I fratelli Graviano avrebbero avuto un ruolo importante nell’organizzazione delle stragi del 1993 a Roma, Firenze e Milano e nell’omicidio di don Pino Puglisi. I Carabinieri di Palermo arrestano Giuseppe Graviano il 27 gennaio del 1994 a Milano.

Nel 1997 la Corte d’Assise di Caltanissetta condanna Graviano all’ergastolo per la strage di Capaci, insieme a Totò Riina, Bernardo Brusca, Leoluca Bagarella, Raffaele Ganci, Salvatore Biondino, Salvatore Biondo, Michelangelo La Barbera, Salvatore e Giuseppe Montalto, Matteo Motisi, Pietro Rampulla, Bernardo Provenzano, Benedetto Spera, Antonino Troia e Benedetto Santapaola.

Due anni più tardi, nel 1999, Giuseppe Graviano è ergastolano per la strage di via D’Amelio: secondo vari pentiti, sarebbe stato lui ad azionare il telecomando dell’autobomba che ha ucciso il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Claudio Traina.

Sempre nel 1999 arriva una nuova condanna per Graviano, condannato insieme al fratello Filippo come mandanti dell’omicidio del prete anti-mafia don Pino Puglisi (oggi beato). Un nuovo ergastolo arriva nel 2000, per gli attentati dinamitardi del 1993 a Firenze, Milano e Roma.

Giuseppe Graviano oggi

Tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo 2023 è agli sgoccioli il processo ‘Ndrangheta stragista, che vede alla sbarra Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone. Secondo quanto sostenuto dai giudici, gli attentati ai carabinieri in provincia di Reggio Calabria sarebbero stati parte integrante di una “una strategia unitaria per destabilizzare lo Stato“, su legge su Il Fatto Quotidiano.

Queste le parole dei giudici di primo grado. “Sono straordinariamente contento e convinto di aver fatto tutto quello che era umanamente possibile per ricostruire una vicenda complessa. Graviano e Filippone sono colpevoli di tutti i reati loro ascritti e la sentenza dell’ergastolo va integralmente confermata”, ha detto il sostituto procuratore generale di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo al termine della requisitoria del processo.

Nel 2020, Graviano e Filippone sono stati condannati al carcere a vita perché ritenuti i mandanti del duplice omicidio in cui, il 18 gennaio 1994, morirono i carabinieri Antonio Fava e Vincenzo Garofalo. L‘agguato, insieme ad altri due ai danni dei carabinieri, sarebbe parte di una più complessa strategia stragista.  “La stagione delle stragi ha degli obiettivi anche di natura politica”, ha sostenuto Lombardo, ribadendo quanto scritto nella sentenza dalla Corte d’Assise.

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