Determinazione, talento e orgoglio siciliano: sono questi gli ingredienti che guidano il percorso di Riccardo Orlando, giovane promessa del motorsport di Palermo. Con una carriera iniziata sui kart e l’ambizione di raggiungere la Formula 1, Riccardo ci racconta la sua storia, i suoi sacrifici e il suo amore per l’Isola in un’intervista esclusiva per SiciliaFan.it.
Le origini della passione: quando e come è nata la tua passione per il motorsport? C’è stato un momento o un evento particolare che ti ha fatto dire “Voglio diventare un pilota”?
La passione per il motorsport è sempre stata presente nella mia famiglia. Fin da piccolo, ricordo che i miei genitori guardavano la Formula 1 e io, vedendo quelle macchine sfrecciare, dicevo: ‘Voglio farlo anch’io!’.
Poi, però, questa passione si è un po’ affievolita. Successe quando un giorno mio padre mi portò dalla pediatra: lì, accanto allo studio, vidi dei campi da tennis e rimasi affascinato. Da quel momento volli iniziare a giocare a tennis, e così, per i primi 10-12 anni, il motorsport passò in secondo piano.
La scintilla si riaccese grazie a un evento particolare: la gara di Monza del 2019. Quel giorno ero a casa di alcuni parenti, ed era la prima volta che guardavo una gara intera da “grande”, con occhi più maturi.
Fu un’esperienza emozionante: quell’anno vinse Charles Leclerc e la sua vittoria fece notizia ovunque. Da lì, la passione per il motorsport tornò a bruciare fortissima in me.
Con i miei familiari iniziammo ad andare a girare sui kart da noleggio, su alcune piste qui in Sicilia. E poi, un giorno, mio padre parlò con un cugino per confrontarsi sulle passioni da coltivare. Da quel dialogo è nato tutto: ci siamo detti ‘proviamoci’.

Quali sono i tuoi idoli? I piloti che ti ispirano di più?
Lewis Hamilton. È il pilota più vincente della storia, e conoscere la sua storia rende tutto ancora più affascinante. Hamilton è nato in una famiglia povera e ha dovuto lottare duramente per arrivare dove è oggi. Il fatto che, partendo da condizioni così difficili, sia riuscito a diventare il pilota più vincente di sempre è qualcosa che ammiro profondamente. E poi… chi vince mi piace!
A chi assomigli?
Direi che, come cattiveria in pista, assomiglio a Verstappen. Però, a livello personale, mi sento più simile a Leclerc: sono un po’ più buono. Quando però indosso il casco e scendo in pista… lì viene fuori il mio lato da Verstappen!
Quanto ti influenza l’essere siciliano nel tuo percorso professionale?
Mi dà una spinta maggiore.
Mi motiva tantissimo, perché non sono tanti i piloti siciliani ad aver raggiunto risultati importanti.
Essere arrivato dove sono oggi, partendo dalla Sicilia, per me è motivo di grande orgoglio.
Quali sono i sacrifici più grandi che stai facendo per cercare di scalare le classifiche e, più in generale, per inseguire il tuo sogno?
Beh, i sacrifici iniziano sicuramente dalla famiglia. Quando ho cominciato a correre, era mia madre a sostenere tutte le spese. È giusto dirlo con chiarezza: all’inizio ha pagato tutto lei. I sacrifici più grandi, quindi, li ha fatti lei.
Da parte mia, però, ci sono stati mesi e mesi di impegno: serate passate a dormire poco o a dormire tardi, cercando modi per trovare i fondi necessari per continuare a correre e proseguire nella mia scalata verso le categorie superiori delle monoposto.

Quanti anni hai?
Ne ho 19.
Quindi sei nel pieno della tua crescita e maturazione…
Anche per i piloti, a 19 anni si inizia davvero a maturare passo dopo passo, acquisendo sempre più esperienza.
Parliamo della tua tecnica di guida: qual è la tua strategia in pista? Poco fa hai detto di essere “cattivo” in pista, un po’ come Verstappen. Se dovessi definire le tue skill da pilota, quali sarebbero?
Direi l’adattamento. Sono un pilota che si adatta molto facilmente. Quando mi viene detto di fare qualcosa, riesco ad applicarlo subito. Penso che questa sia una delle mie qualità più grandi.
E invece, quale aspetto pensi di dover ancora allenare o migliorare?
Ovviamente non si smette mai di imparare, c’è sempre qualcosa su cui lavorare. Secondo me, devo migliorare sulla mentalità pre-gara: devo riuscire a isolarmi completamente, entrare in una ‘bolla’ e concentrarmi davvero solo su me stesso e sulla gara.
Sì, molti piloti si isolano con le cuffie o trovano un modo per azzerare tutto prima della gara.
Esatto. Avere pace mentale prima di correre è fondamentale. Isolarsi da tutto aiuta a concentrarsi e a dare il massimo in pista.
Quanto è importante il team per i tuoi successi?
Il team è fondamentale. Se non hai un buon team alle spalle, è davvero difficile ottenere risultati. Io ho iniziato a correre con la GP Racing di Simone Cerchia. Nel karting loro mi hanno sempre fornito materiali ottimi e kart molto performanti. Mi hanno sempre aiutato, e senza di loro tutto sarebbe stato molto più complicato, soprattutto dal punto di vista delle performance.

E poi arriva la Formula 4
Sì, l’anno scorso ho partecipato a una gara del Campionato Italiano a Sarno, e lì ho avuto modo di conoscere il team Techno Race Competition. Avevano un box espositivo con alcune monoposto di Formula 4, e mio padre si fermò a parlare con loro per raccogliere informazioni. Fortunatamente li abbiamo trovati proprio nel momento in cui stavo per iniziare il mio percorso nelle monoposto.
Da quest’anno corro nella Formula X Italian Series, che rappresenta il mio ingresso ufficiale nella Formula 4. Con loro ho potuto fare un grande passo avanti: in monoposto, avere un team competente è ancora più importante rispetto al karting.
Differenza tra Formula 4 e karting?
Nel karting si guida più d’istinto, mentre nella macchina serve tecnica, preparazione e metodo.
Se non hai qualcuno che ti insegna bene, è difficile migliorare e andare forte. Nella macchina, il ruolo del team pesa ancora di più. Io sono davvero felice di aver trovato squadre così competenti, sia nel karting sia adesso nelle monoposto.
Con il passaggio dal kart alla monoposto si affrontano nuove sfide…
Nel karting tutto è un po’ più individuale, mentre nella monoposto emerge ancora di più l’importanza del lavoro di squadra. Si capisce davvero quanto il team conti in questo percorso di crescita.
Qual è il tuo circuito preferito?
Oltre a Monza, che mi è sempre piaciuto molto e dove sono sempre andato forte, il tracciato che sogno di affrontare è il Red Bull Ring in Austria. Mi piace tantissimo: ha un mix perfetto di curve veloci, curve lente, salite e discese. È un circuito che mi affascina davvero e mi piacerebbe tanto correrci un giorno!
Dove ti vedi tra cinque anni? Quali sono i tuoi obiettivi a lungo termine nel motorsport?
A lungo termine, il mio obiettivo è la Formula 1.È sempre stato il mio sogno e continuerà a esserlo.Ogni tanto mio padre mi chiede: “E se un team di GT ti offrisse un’opportunità?” Io so che sarebbe sbagliato chiudere completamente le porte, però, sinceramente, il mio vero obiettivo è arrivare in Formula 1. Voglio inseguire il mio sogno fino in fondo.

Ci sono stati momenti, oltre all’inizio quando avevi la passione per il tennis, in cui hai pensato: “Basta, è troppo difficile”?
No, mai. Le prime volte che salivo su un kart, certo, provavo un po’ di paura: la velocità mi sembrava altissima e, quando acceleravo, sentivo proprio il corpo andare indietro. Ma nonostante questo, non ho mai pensato di mollare o di dedicarmi ad altro. Per me, la mia vita deve essere basata su questo: sulle corse.
Com’è la situazione in Sicilia dal punto di vista delle piste? La Sicilia offre davvero possibilità concrete a un giovane che vuole crescere nel motorsport?
Nel karting assolutamente sì. Il campionato regionale siciliano è molto competitivo: i piloti sono di altissimo livello, anche se a volte da fuori non si direbbe. In Sicilia ci sono buone strutture per allenarsi e praticare, quindi sì, per quanto riguarda il karting, è possibile crescere qui. Quando si passa ai livelli superiori, ovviamente, serve anche allenarsi altrove. Chi vive al Nord Italia ha il vantaggio di avere più piste a disposizione, spesso quelle stesse su cui si corrono le gare ufficiali. Noi in Sicilia siamo in una condizione un po’ diversa, dobbiamo spostarci di più per competere ad alti livelli.
Quando non sei in pista, cosa ti piace fare nel tempo libero?
Allora, sono sempre stato un ragazzo molto sportivo. Come ti dicevo, ho praticato tennis, ma ho anche giocato a calcio. Insomma, lo sport ha sempre fatto parte della mia vita.
Nel tempo libero mi alleno molto: Uso il simulatore per prepararmi sulle piste dove andrò a correre. Faccio tanta palestra per mantenermi in forma. E poi, la mia grande passione, il mio hobby, sono i videogame.
Immagino sempre legati al mondo delle corse?
In realtà non solo! Gioco anche ad altri tipi di videogame.
Cosa diresti a un ragazzo siciliano che vuole seguire le tue orme? Quali consigli pratici e mentali gli daresti per cominciare?
La prima cosa fondamentale è credere in se stessi. Se non credi in te stesso, finisci per dare troppo peso alle parole degli altri, e questo ti distrugge mentalmente. Bisogna avere fiducia, sempre.
Dal punto di vista pratico, il consiglio è: allenarsi tanto. Bisogna andare in pista, macinare chilometri. Il talento da solo non basta, ma con il duro lavoro può emergere.
Un altro aspetto importante è essere consapevoli che questo sport richiede un investimento economico. Se parliamo di chi vuole semplicemente vivere il motorsport come passione, già quello comporta dei costi. Se invece si vuole costruire una carriera, servono soldi: il talento ti aiuta nelle prime fasi, negli allenamenti, ma quando si tratta di gareggiare servono risorse finanziarie.
Quindi sì, oltre al talento servono sponsor. Più visibilità riesci a ottenere, più possibilità hai di trovare chi ti supporti. Magari anche questa intervista potrà aiutarmi a far conoscere la mia storia, chissà… Magari qualcuno deciderà di sostenermi!

C’è un messaggio che vuoi lanciare ai tuoi corregionali, ai siciliani, per ispirarli?
Sì: inseguite sempre i vostri sogni e non mollate mai. Non fatevi dire dagli altri cosa dovete o non dovete fare. La vita è vostra: prendetela in mano. Se avete un sogno, correteci incontro senza paura. Non fatevi abbindolare da chi cerca di scoraggiarvi: seguite sempre voi stessi.
Non mollate mai. Abbiamo una sola vita, e siamo fortunati se riusciamo a viverla realizzando i nostri sogni.
Infine, vorrei ringraziare di cuore tutte le persone che hanno contribuito a rendere possibile il mio sogno: mia madre e mio padre, per tutti i sacrifici affrontati fino ad oggi; Simone Cerchia, che ha creduto in me sin dal primo momento e che ormai considero come un secondo padre; la mia ragazza, per il suo supporto costante e per aiutarmi a migliorare ogni giorno di più; Franco e Pietro Spallina, che si sono sempre impegnati nel cercare la strada verso il successo; tutta la Technorace Competition, e in particolare Alessandro Perullo, per avermi permesso di intraprendere al meglio questa nuova avventura; e Giuseppe Gugliuzza, per tutto il sostegno che mi ha offerto in questi anni.