Le regole per il riscaldamento invernale in Sicilia. Un apposito documento del ministro della Transizione ecologica modifica a livello nazionale la vigente normativa che regolamenta temperatura e orario di accensione invernale dei riscaldamenti. La “stretta” del Governo ha l’obiettivo di “risparmiare gas ed evitare il più possibile un eccessivo svuotamento degli stoccaggi nazionali, anche in previsione della stagione 2023-2024”.
Tra le misure previste dal piano italiano per limitare gli effetti degli aumenti del prezzo del gas, ce n’è una che coinvolge direttamente abitazioni e condomini e che varia a seconda della collocazione geografica del singolo comune. Se, per quanto riguarda i tempi di accensione, cambia poco nei comuni che sorgono lungo l’arco alpino, è decisamente più consistente per le località con un clima più caldo.
Un decreto del 1993 ha diviso l’Italia a seconda delle zone climatiche, con fasce che vanno dalla A alla F, a seconda del clima medio registrato: per la classificazione si utilizza un coefficiente di calcolo gradi-giorno che misura la differenza tra la media della temperatura tra ambienti interni ed esterni.
Come si legge su BlogSicilia.it, il Piano Nazionale di Contenimento dei Consumi di Gas Naturale prevede nel nostro Paese:
Andando, invece, alle varie zone, sempre in base al Piano Nazionale, nella zona A i riscaldamenti potranno essere accesi per 5 ore al giorno dal 8 dicembre al 7 marzo. Nella zona B per 7 ore al giorno dal 8 dicembre al 23 marzo. Nella zona C per 9 ore al giorno dal 22 novembre al 23 marzo. Nella zona D per 11 ore giornaliere dal 8 novembre al 7 aprile; per la zona E per 13 ore al giorno dal 22 ottobre al 7 aprile. Chiude l’elenco la zona F, per la quale il documento del ministero non prevede alcuna limitazione.
Per quanto riguarda la Sicilia, ad esempio, le province di Agrigento, Catania, Palermo, Siracusa e Trapani ricadono nella zona B. Caltanissetta rientra nella zona D mentre, ad esempio, le isole come Linosa o Lampedusa o l’area di Porto Empedocle, nell’agrigentino, ricade nella zona A.
I Comuni, per ora, possono comunque procedere in ordine sparso nell’attuazione di eventuali iniziative autonome per il risparmio energetico, in attesa di possibili ulteriori provvedimenti a livello nazionale. Singoli interventi municipali, per esempio, potrebbero riguardare lo spegnimento oppure la riduzione dell’illuminazione di monumenti, fontane ed edifici pubblici.
Alle regole contenute nel Piano Nazionale (che potete consultare integralmente online) si aggiungo anche una serie di raccomandazioni – quindi semplici suggerimenti – per i cittadini che vogliono partecipare in modo attivo al risparmio energetico nel nostro Paese: