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01In occasione della “Festa della Santa Croce”, durante la quarta domenica di maggio, a Casteltermini, in provincia di Agrigento, si organizza la Sagra del Tataratà.

La storia di questa sagra ha origini antichissime, che affondano le radici nella presenza araba della regione. Leggenda vuole che una vacca si inginocchiasse ogni giorno in un preciso punto della campagna di Chiuddia, guidando quindi un drappello di pastori che, incuriositi, scavarono in quel punto e vi trovarono una croce. O meglio la Croce, quella che viene oggi utilizzata per le celebrazioni della Festa di Santa Croce. In quel luogo, venne eretto un eremo in suo onore ed è lì che la Croce è stata conservata fino a oggi. Celebrata inizialmente il giorno 3 del mese di maggio, a partire dal 1667, la “Festa della Santa Croce” cade ogni quarta domenica dello stesso.

La Croce è stata realizzata in legno di quercia; è alta 3,49 metri e ha un'apertura di 2,5 metri. I due tronchi sono uniti da tre chiodi di ferro, e oltre alla scritta INRI, sul patibolo è presente un’altra iscrizione. Una curiosità: nel 1984, su iniziativa del professor Francesco Lo Verde, di Casteltermini, fu prelevato dallo stipite un campione di legno che venne poi analizzato dall'Istituto Internazionale per le Ricerche geofisiche di Pisa. Le analisi diedero lo strabiliante risultato secondo cui il legno utilizzato per la Croce dovrebbe risalire all'anno 12 d.C., con una incertezza massima di appena 70 anni. Questo conferma l’antica origine della croce e la insigne dello status di croce lignea paleocristiana più antica del mondo.

La nuova festa venne organizzata di modo che la sera della vigilia ci si recasse all'eremo a prelevare la Croce, con una processione che, dati i 3 km di distanza dal paese, si sarebbe svolta a cavallo. La Croce sarebbe stata poi riaccompagnata all’Eremo, sempre a cavallo, per essere conservata.
Le celebrazioni sono un misto di fede religiosa e folclore popolare, che sfociano in una rappresentazione teatrale di quella che era la festa all’epoca, ad opera di figuranti vestiti con abiti, attrezzature e strumenti d’epoca. Esse iniziano già dopo la Pasqua quando, ogni domenica, un rullo di tamburi accompagna solennemente l’ingresso in centro città, dei quattro Ceti, ovvero le corporazioni che anticamente univano e rappresentavano i cittadini di Casteltermini.

Il nome di taratatà sembra sia arrivato in seguito. La parola onomatopeica ha il compito di voler descrivere la tipica battaglia di sciabole con cui si concludono i festeggiamenti. I figuranti, vestiti all’araba con capi bianchi e muniti di spade in ferro, mettono in scena quella che, secondo alcuni, dovrebbe rappresentare la guerra tra Mori e Cristiani, mentre, secondo altri, è una danza che testimonia la convivenza pacifica di questi sotto lo stesso tetto. La maggior parte degli studiosi concorda sul fatto però, che la presenza degli Arabi fosse dovuta ai primi tempi dei festeggiamenti relativi alla Santa Croce, quando Arabi convertiti parteciparono alla processione.
 

Il venerdì della festa, i quattro Ceti: Celibi, Pecorai, Borgesi e Real Maestranza, depongono corone di fiori in onore ai caduti, presso il monumento sito in piazza Duomo. La sera, nelle case dei rispettivi Cassieri, si tiene l'asta per l’assegnazione dei posti nella cavalcata. Il sabato, le figure del Sergente, dell'Alfiere e del Capitano aprono la cavalcata che porterà loro, altri cavalcanti e poi la Croce, in processione verso l’Eremo e poi verso il paese. La mattina di domenica, i quattro Ceti si riuniscono per la solenne celebrazione Eucaristica allestita presso la Chiesa Madre. Al termine, i Pecorai, i Borgesi e lo stendardiere del ceto Celibi iniziano una sfilata in processione verso la propria casa, accompagnati da damigelle in abiti d'epoca. La sera, ogni paliante e lo stendardiere a cavallo di un mulo bianco, depongono, presso l'altare della chiesa Madre, un mazzo di fiori. La festa si conclude con la benedizione dei Palii e dello Stendardo, insieme ai rispettivi Ceti, in piazza Duomo.

Autore | Enrica Bartalotta

Foto di Dario Amedeo Martino

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