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01Fanpage http://goo.gl/PnEgmx Museo Salinas di Palermo
 
La trapanazione cranica è una pratica chirurgica antichissima, in uso sin dalla preistoria. Consisteva nel perforare la superficie del cranio mediante strumenti litici abrasivi o mediante arnesi appuntiti. Poiché Scienza e Magia erano, alle origini, praticamente indistinguibili, è difficile stabilire se venisse eseguita per fini terapeutici – fatto che presupporrebbe la conoscenza di alcune malattie del cervello, quali forti infiammazioni o neoplasie, fin da quell’epoca – oppure se fosse praticata in ossequio a un rituale magico-religioso, forse nel caso in cui i sintomi dell’epilessia o di malattie mentali venivano interpretati come segni divini dovuti all’intervento di spiriti malefici da cui era necessario liberarsi.

Il cranio, rinvenuto in una tomba dell’Antica Età del Bronzo nel territorio di Partanna (Trapani), appartiene ad un uomo adulto di età compresa tra i 30 e i 40 anni. Nella casistica dei crani trapanati noti in Italia, il cranio di Partanna ha certamente il foro di maggiori dimensioni. Nonostante la pericolosità dell’intervento e gli scarsi mezzi con cui è stato praticato, l’individuo sopravvisse circa 1 anno alla delicata operazione chirurgica.