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Dopo decenni di scavi, nell’area del Santuario urbano dell’Acropoli di Selinunte, è stata rinvenuta una statuetta fittile di un kouros. Si tratta di uno dei reperti della campagna di scavi di quest’anno della New York University e dell’Università di Milano nel celebre parco archeologico siciliano.

Il kouros ritrovato di Selinunte

Il parco archeologico di Selinunte non smette di restituire tesori. Si sono conclusi i lavori, partiti all’inizio di giugno, di 40 tra studenti, ricercatori e docenti, sotto la guida del professor Clemente Marconi. Gli scavi hanno interessato l’intera area del santuario urbano, arrivando al muro di cinta Sud e a quello Nord, dove sono stati rinvenuti resti delle sale da banchetto.

Molto importante il ritrovamento di un kouros, risalente al VI secolo a.C., il primo a Selinunte. È di straordinaria qualità, soprattutto per la policromia: “L’abbiamo rinvenuto in diversi pezzi e in differenti giorni e possiamo confermare che è un pezzo di ceramica di Samos, per la particolarità dell’impasto e la policromia della veste“, racconta Carlotta Borella dell’Università di Bologna.

Il kouros ritrovato a Selinunte

Il kouros ritrovato – foto da video CastelvetranoSelinunte.it

Dagli scavi sono emersi anche altri reperti All’interno dell’area del tempio R sono stati trovati un pezzo d’avorio per collana, un frammento del tetto del tempio, due aryballoi, un alabastron e alcune lance, due pesi per telaio, uno scappello in ferro a immanicatura cava spezzata per la lavorazione della pietra e del legno e una fibula a sanguisuga ad arco.

“Quest’anno abbiamo effettuato un ampio saggio lungo il muro del peribolo meridionale per una lunghezza di 49 metri, questo ci ha consentito di stabilire, per la prima volta, la datazione su base archeologica, risalente tra il 580 e il 560, in base alla ceramica dal cavo di fondazione. Questo ci fa dire con certezza che il lato Sud del muro è stato costruito in concomitanza con la costruzione del tempio R“, spiega il professor Clemente Marconi.

Sul muro è stato rinvenuta una serie di setti ortogonali al recinto dell’area sacra: “E’ possibile che, tra le molteplici funzioni delle nicchie, vi fosse quello di esposizione di offerte votive“, aggiunge Marconi. Lo scavo nella zona Nord dell’area sacra, invece, ha consentito di rinvenire alcune tracce di sale da banchetto, sempre al servizio del Santuario urbano.

Foto in evidenza: Depositphotos.com.

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