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Molti angoli di Sicilia riescono a sorprendere proprio perché sono lontani dai riflettori delle spiagge più affollate e dalle rotte turistiche più battute. È quella Sicilia intima, sospesa tra mito e natura, che si svela lentamente e lascia il segno.

I Laghetti di Marinello, sulla costa tirrenica della provincia di Messina, incarnano questa essenza segreta: un paesaggio mutevole e struggente, disegnato dal mare e dal vento, dove il silenzio ha il suono della bellezza incontaminata. Un luogo che parla al cuore più che agli occhi, dove ogni passo è un dialogo con la terra, l’acqua e la storia.

Paesaggio che cambia con il vento

La bellezza dei Laghetti di Marinello sta anche nella loro mutevolezza. Si trovano all’interno della Riserva Naturale Orientata Laghetti di Marinello, istituita nel 1998 e gestita dalla Città Metropolitana di Messina. Si tratta di una delle poche zone umide costiere ancora intatte della Sicilia orientale.

I laghetti si sono formati in tempi relativamente recenti – tra il XIX e il XX secolo – grazie all’azione combinata del mare e di eventi geologici. Le acque del Tirreno, spingendosi verso la costa, hanno disegnato una striscia sabbiosa che racchiude specchi d’acqua salmastra: il Lago Marinello, il Mergolo della Tonnara, il Fondo Porto, il Porto Vecchio, il Lago Nuovo e il Lago Verde. Ognuno cambia forma e dimensioni in base alle maree, rendendo ogni visita diversa dalla precedente.

Un mondo di biodiversità

Passeggiare lungo i sentieri della riserva significa entrare in contatto con un microcosmo prezioso. Qui vivono specie botaniche tipiche della macchia mediterranea – come il mirto, l’euforbia e il cappero – ma anche piante alofile adattate alla salsedine. Ma è l’avifauna a sorprendere: aironi, garzette, cavalieri d’Italia e persino fenicotteri rosa si fermano durante le loro rotte migratorie. Nelle acque dei laghetti, si possono osservare anguille, cefali e piccoli crostacei che popolano questo delicato equilibrio tra dolce e salato. Una biodiversità rara, tutelata e monitorata con attenzione.

Leggende tra grotte e santuari

I Laghetti di Marinello non sono solo natura. Qui la leggenda si intreccia con la geografia, e ogni roccia sembra raccontare una storia. Proprio sotto il promontorio su cui sorge il Santuario della Madonna Nera di Tindari, si apre la Grotta di Donna Villa, una cavità a strapiombo sul mare.

Laghetti di Marinello

La leggenda narra che fosse abitata da una maga, una sirena crudele che attirava i marinai con il suo canto, per poi inghiottirli nelle profondità del mare. Un mito antico che aggiunge fascino e mistero a un luogo già carico di suggestioni.

Cammino sospeso tra terra e cielo

Una delle esperienze più affascinanti è il Sentiero Coda di Volpe, che si inerpica tra i pini fino a collegare la spiaggia ai ruderi dell’antica Tindari. Lungo il percorso, lo sguardo si perde sull’orizzonte: le Isole Eolie da un lato, l’Etna all’orizzonte, e sotto di te la geometria perfetta dei laghetti, disegnati dal vento e dall’acqua.

È un punto di vista privilegiato, che offre scatti indimenticabili per chi ama la fotografia, ma anche un’occasione per vivere il silenzio, il respiro lento della natura e il senso profondo di un luogo che sembra fuori dal tempo.

Laghetti di Marinello, Sicilia da vivere

I Laghetti di Marinello dimostrano che la Sicilia è natura selvaggia, mare cristallino e paesaggi che tolgono il fiato. È un’isola capace di sorprendere e di emozionare, anche al di fuori dei circuiti più turistici.

In un mondo che corre, Marinello è una pausa. Un invito a rallentare, ad ascoltare il rumore del vento tra i giunchi, il richiamo degli uccelli migratori, il profumo del sale che entra nei polmoni. È un luogo da vivere a piedi scalzi, con la macchina fotografica al collo e la voglia di lasciarsi stupire. Foto: Depositphotos.com.

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