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C’è una ricetta che attraversa la Sicilia da costa a costa, evocando sapori intensi e storie dimenticate: è la Pasta ‘a Milanisa (o alla Milanese), variante meno nota ma altrettanto identitaria della celebre pasta con le sarde. Il nome può trarre in inganno ma pare non ci sia nessun legame diretto con Milano, bensì un filo sottile intrecciato tra memoria, identità e ritorno.

Secondo alcuni, questa pietanza non ha alcuna connessione con il capoluogo lombardo. Per altri, invece, la chiave sta proprio nelle rotte migratorie che nel corso del Novecento hanno portato molti siciliani a cercare fortuna al Nord, portando con sé gusti, ricordi e sapori della propria terra.

Perché si chiama così

Una teoria di matrice storica attribuisce l’origine ai Normanni, un tempo chiamati “lombardi” o “milanesi” nelle cronache popolari. Sarebbero stati loro a introdurre l’uso del pesce conservato, come acciughe salate e sarde essiccate, nelle zone interne della Sicilia, dove il pesce fresco scarseggiava.

Ma la storia potrebbe essere più articolata. Una seconda ipotesi attribuisce il nome alla modifica della ricetta tradizionale da parte degli emigrati siciliani, che per necessità sostituirono le sarde fresche con quelle salate, più facilmente reperibili nelle città del nord Italia.

Infine, il giornalista licatese Angelo Augusto, appassionato di storia locale, racconta una suggestiva leggenda: protagonista una donna emigrata da Licata a Milano nei primi del Novecento. Tornata nella sua città natale, tutti iniziarono a chiamarla “a milanisa“. Era solita preparare questa pasta, che finì per prendere proprio il suo soprannome.

Un piatto povero ma ricco di gusto

La Pasta ‘a Milanisa incarna perfettamente la filosofia della cucina popolare siciliana: pochi ingredienti, scelti con cura, capaci di raccontare un territorio. Il dolce e aromatico finocchietto selvatico, le sapide acciughe salate, le sarde spezzettate a mano e l’irrinunciabile muddica atturrata – il pangrattato tostato – si fondono in un equilibrio gustativo sorprendente.

La scelta del formato di pasta non è casuale: i bucatini, con la loro consistenza robusta e la capacità di accogliere i condimenti, sono ideali per trattenere il sapore del sugo.

Ingredienti semplici per un gusto autentico

Per preparare una Pasta ‘a Milanisa autentica per quattro persone occorrono:

  • 400 g di bucatini
  • 600 g di sarde
  • 250 g di finocchietto selvatico
  • 4 acciughe salate
  • 4 cucchiai di pangrattato
  • 1 cipolla
  • 50 g di concentrato di pomodoro
  • 1 spicchio d’aglio
  • Olio extravergine d’oliva, sale e pepe quanto basta

Preparazione passo dopo passo

  1. Pulire le sarde, eliminare le lische e spezzettarle grossolanamente a mano.
  2. Lavare e scottare il finocchietto per 30 minuti. Conservare l’acqua di cottura: servirà per lessare la pasta.
  3. Tagliuzzare finemente il finocchietto bollito.
  4. In una padella, soffriggere aglio e cipolla tritati in olio EVO.
  5. Aggiungere le acciughe e farle sciogliere completamente.
  6. Incorporare le sarde e lasciare insaporire.
  7. Unire il finocchietto e il concentrato di pomodoro disciolto in mezza tazza d’acqua calda. Salare, pepare e cuocere per circa 20 minuti.
  8. Cuocere i bucatini nell’acqua del finocchietto, scolarli al dente e condirli con il sugo.
  9. Impiattare e completare con il pangrattato tostato in padella con un filo d’olio.

Un ponte tra passato e presente

Questa ricetta non è solo un piatto. È una narrazione collettiva fatta di partenze, ritorni, adattamenti e affetto per le proprie radici. Un piatto nato dalla nostalgia e trasformato in simbolo di appartenenza, che oggi ritroviamo sulle tavole siciliane come testimonianza viva di una memoria migrante e della forza creativa della cucina dell’isola. Foto: Depositphotos.com.

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