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01Quando si parla di politica e religione bisogna stare molto accorti per evitare di ledere la sensibilità altrui. Poi però penso alle tante promesse fatte in campagna elettorale (ad esempio proprio dal presidente Crocetta); penso agli stipendi che erano stati definiti immorali e che si sarebbero dovuti tagliare come primissima cosa.

Quanto è stato fatto di tutte queste promesse?
Stando ad un articolo di G.A.Stella all'Ars non hanno neppure recepito quella direttiva nazionale che prevede per i parlamenti regionali un limite agli stipendi di 240 mila euro.

 

Direi che si tratta di un vero e proprio cazzotto inflitto al ventre di una Sicilia sempre più povera (addirittura fanalino di coda tra le regioni italiane) dove il 77% della gente taglia su beni di prima necessità; dove 32,5 famiglie su 100 sono sotto la soglia della povertà (dati istat); dove 670 mila persone sono senza un lavoro.

Eppure a Palazzo dei Normanni si vive come dei re (ad eccezione del Movimento 5 Stelle che si taglia di propria iniziativa gli stipendi, versando le eccedenze  ai 5.000 euro LORDI direttamente all'ARS in un fondo, gestito dalla Regione Siciliana, per il microcredito).

Eppure nella sede dell’Assemblea Regionale Siciliana le urla strazianti di fame e giustizia della Sicilia non arrivano e si rivendica, in nome della propria autonomia, il diritto di non recepire l'indirizzo statale di porre un tetto ai maxistipendi. Il segretario generale di Palazzo dei Normanni, tanto per fare un nome, Sebastiano Di Bella (e non lo affermano i grillini ma lo stesso governatore, Crocetta) avrebbe una busta paga di 650 mila euro l’anno: 51-cinquantuno volte il reddito dei suoi concittadini.

 

Ma il bello deve ancora venire, state a sentire cosa ha avuto da ridire Giovanni Ardizzone, a Giacinto Pipitone, del Giornale di Sicilia. Leggete: «Basta col populismo» …. «il decreto di Renzi fissa il tetto massimo per le retribuzioni a 240 mila euro lordi». Però «Renzi ha escluso da questo tetto gli organi di rilievo costituzionale, quale è l’Ars. Dunque noi avremmo potuto prevedere perfino di pagare di più i nostri dipendenti». E per lui è addirittura un successo aver ridotto il bilancio da «162 a 149 milioni» (5 volte quello dell’Emilia-Romagna!) e l'aver previsto  «una riduzione delle spese per il personale del 10% in tre anni» sulla scia del decreto Monti.

 

E sui diritti acquisiti, poi, le perle si sprecano.
A noi cambiano in continuazione le modalità con le quali andremo in pensione anche se il contratto di assunzione prevedeva un certo iter.
Ma cosa ne pensano all'Ars?

 

«Questo Palazzo non si fa condizionare da un populismo che nel tempo, vedrete, si scontrerà con i giudizi scontati della Corte costituzionale e dei giudici del lavoro. Perfino Renzi ha previsto nel suo decreto che i trattamenti pensionistici maturati sono intoccabili», continua G. Ardizzone, «Sarebbe stato facile per noi venire incontro alle pressioni della piazza e introdurre un tetto magari inferiore anche ai 160 mila euro. Ma, come insegnava De Gasperi, una cosa è guardare alla prossima campagna elettorale e altra cosa è pensare alle future generazioni».

 

Sì, avete letto bene.
Ha menzionato De Gasperi.
Proprio colui che si recò in visita alla Casa Bianca con un cappotto che si era fatto prestare da Attilio Piccioni.
 

In tutti i casi una cosa va sottolineata ed è quella che lo stesso tetto di 240 mila euro sia realmente una mossa politica di Renzi, perchè «non scatterà immediatamente per tutti i dipendenti: una norma transitoria, per la cui adozione il Consiglio delega alla rappresentanza permanente che tratta con i sindacati, permetterà a chi ha già maturato i requisiti per la pensione a domanda e a chi è vicino a maturarli, e i cui trattamenti economici superano l’importo di 240 mila euro, di mantenere la posizione economica in godimento, anche se entro un limite temporale» … «le tabelle economiche saranno aggiornate con decorrenza 1 gennaio 2018».
Ergo i tagli verranno fatti solo alle future generazioni di babypolitici.

Autore | Viola Dante » seguimi su facebook ♥