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Non si tratta dell'inefficacia del Jobs act, entrato in vigore solo quest'anno. Ad ogni modo, il rapporto della Banca d'Italia sull'economia dell'isola è impietoso e permette poche repliche: Sicilia sempre più in crisi. Pil, occupazione, produzione industriale, servizi, prestiti a famiglie e imprese, consumi: tutti i numeri sono agghiaccianti.

Mentre i più giovani e i laureati continuano a emigrare, i poveri sono in crescita. Crollo vertiginoso dell'export (-13,9%), che registra una diminuzione delle vendite di prodotti ottenuti dalla raffinazione del petrolio (-15,2%), e degli altri prodotti siciliani (-11%) all'estero. Nel settore delle costruzioni si registra un calo di valore aggiunto del 6,6%, il 6,5% in meno di occupati e il 7,8% in meno di ore lavorate (rispetto al 2008). Valore aggiunto con segno negativo anche nei servizi: -1,4%. In calo anche il valore aggiunto del settore agricolo (-4,3%).

La piaga peggiore probabilmente è la disoccupazione, che nel 2014 si è attestata al 22,2%. In Sicilia nel 2014 l'occupazione è diminuita (-1%, pari a -13.000 unità) ma è cresciuto il tasso di disoccupazione fino al 22,2% (poco più di punto percentuale rispetto al 2013), mentre quello tra i giovani tocca quota 40,8%.