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01Nell’ambito del Corso di Cultura e Storia dell’Arte Ebraica organizzato da Siciliantica si terrà Domenica 25 Gennaio 2015 alle ore 9,30 con appuntamento a Piazza Bellini, una visita guidata alla Giudecca di Palermo. Poco fuori le antiche mura punico-romano (i cui resti sono ancora visibili sotto il terrapieno su cui sorge la chiesa di San Cataldo), che lambivano il torrente Kemonia, gli ebrei di Palermo edificarono il loro sobborgo che abitarono sino all’editto di Granata del 31 marzo 1492 con il quale i “Cattolicissimi” re Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia decretarono la loro espulsione da tutte le terre di Spagna. La Giudecca, che nel momento di massima espansione arrivò a contare circa 5.000 abitanti, era suddivisa in due contrade: la Meschita e la Guzzetta. La Via Maqueda (realizzata nel XVI secolo) prima, e la via Roma poi (costruita nel XIX secolo) causarono lo sventramento del quartiere ebraico sconvolgendo l’assetto viario originario: un dedalo di vicoli, piazzette, orti e giardini. La contrada Guzzetta fu quasi completamente cancellata. Della Contrada Meschita, invece, rimangono visibili rare tracce testimoniate dalla toponomastica ancora in uso.

L’itinerario inizia a Pizza Bellini e percorrendo per un breve tratto la Via Maqueda a sinistra si apre la Via Calderai (l’antica Firraria) lungo la quale ancora oggi hanno sede diverse officine per la lavorazione dei metalli, attività svolta per secoli da maestranze ebree. Superato l’Arco della Meschita si percorre il vicolo omonimo che conserva l’atmosfera dell’antico quartiere e si arriva nella Piazza Meschita che ricade su parte dell’area del cortile della Sinagoga. Percorrendo subito dopo la Via Giardinaccio (a destra l’Arco del Notaro da accesso ad un tipico cortile), strada dove anticamente venivano costruite sedie, anche mediante l’utilizzo delle fibre vegetali raccolte lungo il torrente Kemonia, e superato via Maqueda si raggiunge Piazza Santi Quaranta Martiri al Casalotto, dove sorge il Palazzo Marchesi entro cui si trova un ipogeo, probabile mikveh (bagno rituale ebraico). Più avanti si apre la Piazza del Ponticello dove si attesta la presenza di un piccolo ponte sul torrente Kemonia posto in corrispondenza con la Porta di Ferro. Percorso il suggestivo passaggio pedonale di Vicolo Viola e attraversato nuovamente la Via Maqueda ci si trova davanti la Chiesa di San Nicolò di Tolentino, del XVI secolo, che si ritiene occupi l’area su cui sorgeva la Sinagoga Grande con annesso cortile interno (XV secolo), a destra si entra nel Convento di San Nicolò da Tolentino, oggi sede dell’Archivio Storico Comunale. Si arriva nell’Aula Damiani Almejda, opera dell’Architetto Giuseppe Damiani Almejda, con le dimensioni e gli elementi simbolici che evocano un tempio ebraico: ideale ricostruzione dell’antica Sinagoga. La visita, totalmente gratuita, sarà guidata dal prof. Francesco D’Agostino dell’Istituto Siciliano di Studi Ebraici e dalla dott.ssa Chiara Utro.

Per informazioni 346.8241076 – Email: palermo@siciliantica.it.