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I carabinieri della tenenza di Favara, nell'Agrigentino, hanno arrestato per l'omicidio di Bennardo Chiapparo, 68 anni, avvenuto l'1 febbraio scorso, Antonino Pirrera, favarese di 40 anni, e gli agrigentini Michele Sorce, 34 anni, Carmelo Pullaro, 27 anni, e Giovanni Ruggeri, di 42 anni, con l'accusa di omicidio preterintenzionale. Pirrera è finito in carcere, gli altri ai domiciliari.

Chiapparo era morto in ospedale dopo dieci giorni di agonia per un grave trauma cranico che, a detta dei familiari, sarebbe stato causato da una caduta. I militari, coordinati dal sostituto procuratore Matteo Delpini, hanno invece ricostruito le dinamiche dell'omicidio con un quadro molto diverso, nominando il caso "Giustizia privata".

Secondo gli inquirenti, Chiapparo sarebbe stato punito da Pirrera perché avrebbe sgridato il figlio che, nel pomeriggio, avrebbe colpito l'insegna pubblicitaria dell'autolavaggio della vittima. Durante il rimprovero, il bambino si sarebbe sbucciato un ginocchio e ciò avrebbe spinto Pirreira a organizzare la spedizione punitiva nei confronti di Chiapparo. Una volta giunto nell'abitazione dell'uomo, Pirrera gli avrebbe sferrato un pugno e Chiapparo sarebbe caduto sbattendo violentemente la testa al suolo.

La famiglia della vittima avrebbe provato a difenderlo ma anche loro sarebbero stati malmenati dalla banda di Pirrera. Il fratello di Chiapparo ha riportato una frattura al braccio. Dopo la vicenda, i familiari hanno deciso di non denunciare l'accaduto per paura di altre ritorsioni da parte degli aggressori.