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Tra i superstiti della strage di Stoccolma, c'è anche Lucia Filippone, campionessa di basket e regina del fitness palermitano. La donna si trovava in città insieme al compagno, Giulio Perricone, per un convegno internazionale di filatelia. È lei stessa a raccontare al "Corriere della Sera" di essere passata vicino le vetrine dell’Ahlens City, il punto in cui il camion ha finito la sua folle corsa.

"Eravamo appena entrate in un negozio quando sentiamo alle nostre spalle un boato di vetri spezzati. Sarà crollata una parete di piatti? Ci giriamo smarrite, torniamo sul marciapiede e veniamo investite da un tuono, uno scoppio devastante, mentre si alza una nuvola di polvere. Una bomba? Pochi istanti e vediamo terrorizzate una donna a terra, ferita, un cane morto, gente che scappa. Si ode una prima sirena, poi seguita da un frastuono impetuoso, da poliziotti, ambulanze, vigili del fuoco. Improvvisamente ho pensato agli attentati di questi anni, a volte in successione, e temendo un replay abbiamo allungato senza tagliare dalla stazione", dice Lucia Filippone.

La donna racconta l'ansia di quei momenti: "Gente in partenza con le valigie, famigliole con bambini, ragazzi e studenti disorientati, tutti a bivaccare fino a sera fra bar, ristorante, sala lettura. Ogni angolo pieno. E gli addetti del Radisson pronti ad accogliere tutti, a distribuire bevande e biscotti. Prova di spontanea solidarietà, di grande civiltà. Tutti sotto controllo della polizia che ha poi setacciato ogni piano".