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Stufe di San Calogero: a Sciacca c’è un luogo misterioso e terapeutico

Le Stufe di San Calogero si trovano a Sciacca (Agrigento) e sono delle grotte, abitate fin dall’età del rame. Per un periodo furono abbandonate a causa di fuoriuscite di vapore (dovute a movimento tellurico), ma furono nuovamente occupate in epoca greca. Il monaco San Calogero (IV sec.) scoprì in seguito le virtù terapeutiche del vapore e le grotte furono trasformate e dotate di sedili in pietra su cui si accomodavano i “pazienti”.

Il monte Kronio, o monte San Calogero, è una collina situata a circa 7 chilometri da Sciacca. Si tratta di una riserva naturale orientata, dove si trovano il santuario di San Calogero, del XVI secolo, l’Antiquarium e diverse grotte naturali dalle quali si sprigiona vapore, la più nota delle quali è la cosiddetta Stufa di San Calogero.

La vasta zona alle spalle della cittadina di Sciacca e che culmina nel monte Kronio potrebbe essere vestigia di un antico sito vulcanico, che ancora oggi mostra la sua attività, ormai sopita, attraverso i vapori sulfurei. Tale ipotesi è avvalorata dalla presenza al largo delle coste saccensi dell’isola ferdinandea, isola vulcanica facente parte di un più ampio sistema chiamato Empedocle.

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Sul monte si trova il sito Antiquarium di Monte Kronio – Stufe di San Calogero, un complesso termale e una serie di grotte di origine carsica, sfruttate sin dall’antichità a fini terapeutici. L’Antiquarium è stato inaugurato negli anni ottanta e contiene reperti degli scavi effettuati.

Secondo la leggenda, a scavare le Stufe di San Calogero fu Dedalo, nel periodo in cui il territorio era occupato dai Sicani. È la cavità più profonda della Sicilia ed è interessata da un flusso di aria vaporosa con temperature che variano tra i 37° e i 39°. Da millenni è usanza sostare all’ingresso per trarre alcuni benefici terapeutici. Entrare è impensabile, proprio in ragione delle elevate temperature, nonostante gli antichi monaci abbiano costruito dei sedili.

Redazione