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In seguito agli attentati di Bruxelles, cresce il timore per l'eventualità che avvengano altri episodi analoghi. Nonostante le misure di sicurezza già esistenti e i livelli elevati di allerta, gli aeroporti continuano, purtroppo, ad essere luoghi vulnerabili: i problemi maggiori si riscontrano nella zona pre-imbarco, ma altre problematiche riguardano i troppi addetti e i negozi

In seguito ai controlli dei documenti e dei bagagli, i passeggeri entrano in quella che è la vera e propria area aeroportuale: qui la sicurezza è maggiore, poiché vi hanno accesso coloro che hanno la carta d'imbarco e hanno già fatto controllare il proprio bagaglio. 

La prima zona, però, è un luogo pubblico a tutti gli effetti, senza barriere e priva di selezioni all'ingresso. Dopo gli ultimi attentati, sono tanti gli interrogativi: se si optasse per una riduzione dei flussi delle persone negli aeroporti, si andrebbe verso una riorganizzazione del sistema messo in piedi negli ultimi decenni. 

Come spiegato da Il Giornale, inoltre, c'è anche il problema della grande quantità di gente che lavora negli aeroporti:

Non parliamo soltanto del personale delle società aeroportuali o delle compagnie aeree, ma soprattutto di quella vasta popolazione di dipendenti, talvolta precari o stagionali, appartenenti a ditte subappaltatrici, addetti ai servizi più umili, come pulizie, magazzini, bagagli. Qualche strappo nella maglia talvolta si colloca proprio qui.