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Hai il cervello che va in 'off'? Non è una battutaccia, ma a quanto pare una verità, scientifica. Se, infatti, teniamo impegnato il nostro cervello per molto tempo a svolgere un determinato compito senza riposarci, finisce che il cervello “si addormenta da solo”, senza che noi ce ne accorgiamo.

Praticamente il cervello va in modalità "off", e questo non ha conseguenze da poco, visto che porta a un notevole aumento di errori in ciò che stiamo facendo, sia che stiamo guidando la macchina, o cucinando un piatto di pasta o addirittura eseguendo un intervento su un lettino chirurgico. Sarebbe questo il risultato di uno studio condotto da scienziati dell’università di Pisa, in collaborazione con il centro di ricerca sul sonno e la coscienza dell’Università del Wisconsin a Madison, negli Stati Uniti riportato da Focus.it

Secondo Pietro Pietrini, che dirige il Laboratorio di biochimica clinica e biologia molecolare clinica dell'Università di Pisa ed è tra gli autori dello studio, “un affaticamento funzionale frontale in individui che si trovano per un tempo prolungato in condizioni di stress potrebbe contribuire a spiegare la perdita improvvisa e imprevedibile di controllo sugli impulsi che viene frequentemente riscontrata nei reati d'impeto”. 

Si sa che la mancanza di sonno fa diminuire la concentrazione e la memoria, e numerose ricerche hanno dimostrato che l’eccesiva stanchezza può facilmente essere causa di errori. Si dice per esempio che l'incidente di Chernobyl, che avvenne in piena notte, fu provocato da errori umani dovuti probabilmente anche alla stanchezza. Facile immaginare le situazioni quotidiane in cui il cervello viene messo a dura prova con un impegno continuo e continuato. 

E poi lo stress prolungato delle aree cerebrali può essere perfino all’origine di comportamenti aggressivi; del resto chi non ha mai sperimentato l'esperienza di perdere le staffe per l’eccessiva stanchezza? 

Alcune ricerche recenti suggeriscono poi che, oltre allo stato di sonno e di veglia che tutti conosciamo, controllato a livello globale, è possibile che si "spengano" singole porzioni di corteccia cerebrale, dando luogo a “isole” di cervello addormentato con la persona apparentemente sveglia (e viceversa porzioni di cervello sveglio mentre uno dorme). Non si sa però se questi stati di addormentamento locale possano influire sulle funzioni cognitive e magari indurre proprio quegli errori che comunemente attribuiamo alla stanchezza. 

Il nuovo studio, pubblicato sul Journal of Neuroscience, ha cercato di verificare proprio questo. Ecco come: 16 volontari sani si sono sottoposti a due impegnative sedute della durata di 24 ore ciascuna, senza avere il tempo di riposarsi o dormire durante ognuna delle prove. Nella prima hanno risposto a una serie di test al computer che impegnavano varie facoltà cognitive e richiedevano sforzo mentale e attenzione; nella seconda hanno usato un simulatore di guida. Nel frattempo, a intervalli, sono stati sottoposti a elettroencefalogramma.

I ricercatori hanno osservato che quando nelle aree cerebrali coinvolte nell’esecuzione dei compiti comparivano le onde caratteristiche che indicano un addormentamento (oscillazioni a bassa frequenza chiamate onde theta), si verificava un forte aumento degli errori nel compito in cui la persona era impegnata. La pratica prolungata e senza riposo porterebbe insomma secondo gli autori dello studio a un “affaticamento funzionale” di particolari regioni cerebrali, in cui persone apparentemente sveglie e vigili hanno in realtà parti di cervello addormentate che li espongono al rischio di commettere gravi errori.