Si sa che la Sicilia è ricca di reperti archeologici, ma anche il mare che la circonda non è da meno. Una delle storie più interessanti è quella della nave greco arcaica rinvenuta nel 1988, un Titanic di Sicilia che ha tanto da raccontare.
Ma partiamo dall’inizio.
Nell’estate del 1988, a 800 metri dalla costa di contrada Bulala, a Gela, trovano i primi resti dell’imbarcazione. La nave conserva il suo legname millenario, un carico e la pietra da zavorra caricata nei cari porti al posto delle merci consegnate.
La tecnica di costruzione ricalca quella descritta da Omero nell’Iliade. Proveniva dall’Egeo e portava un carico di merci, tra cui olio e vino, di varie parti del Mediterraneo. Gela, in età greca, era una città ricca e vivace, abitata da commercianti e agricoltori facoltosi.
La nave risale al VI secolo avanti Cristo, è lunga 21 metri e alta 6 metri. È troppo grande per il museo della città e non è visitabile. Da anni, dunque, giace negli scatoloni, in attesa che si sblocchi il progetto del Museo del Mare.
La storia di questa nave è molto travagliata. Dopo il ritrovamento, ci sono voluti 16 anni per recuperare i legni della nave: sono state effettuate ben 15 campagne di scavo subacquee, che hanno portato alla luce molti reperti come anfore e oggetti della vita quotidiana (alcuni dei quali sono oggi esposti nel museo archeologico di Gela).
Il 13 novembre 2004, i legni della nave sono stati avvolti in speciali pellicole impermeabili per conservarne il contenuto d’acqua e trasferiti nei laboratori Mary Rose Archeological Service di Portsmouth, in Grand Bretagna.
Qui sono stati immersi in vasche d’acqua per evitare il processo di essiccazione e poi consolidati attraverso immersioni in vasche con Peg: un materiale che sostituisce gradualmente le particelle d’acqua usato per il restauro della nave vichinga di Stoccolma.
Terminato il restauro, la nave torna in Sicilia. Siamo nel 2014. Il museo non è ancora realtà, l’imbarcazione è ancora dentro gli scatoloni. Il Governatore Nello Musumeci ha annunciato di voler realizzare nel 2019, a Gela, un museo delle navi antiche: il progetto riuscirà a vedere la luce?