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Da Tonga alla Sicilia: le onde acustiche del vulcano arrivano fino all’Etna

A quanto pare anche i vulcani si “parlano”. Questo è quanto emerso, dopo che è stato rilevato che le onde acustiche prodotto dall’esplosione dell’Hunga Tonga – Hunga Ha’apai sono giunte sull’Etna. Un viaggio partito dall’Oceano Pacifico, giunto fino alla terra sicula. Ci sono volute circa 17 ore di viaggio nell’atmosfera: tutti i dettagli.

Onde sonore da Tonga all’Etna

La rete infrasonica permanente che opera sul vulcano siciliano ha registrato le onde acustiche prodotto dall’esplosione del vulcano nell’arcipelago di Tonga. Hanno impiegato circa 17 ore di viaggio. Non erano udibili, spiegano gli esperti dell’INGV Vulcani, poiché al di sotto delle frequenze che l’orecchio umano può percepire (<20 Hz). La rete dell’Etna è stata progettata per rilevare anche i “ruggiti” silenziosi dei vulcani.

Il segnale è stato registrato dalla Stazione di Serra la Nave, a circa 1800 metri s.l.m. sul versante meridionale della “Muntagna” di Catania, dalla sera del 15 alla mattina del 16 gennaio 2022. Si possono distinguere 3 fasi. La prima, con culmine intorno alle 21:50 (UTC) del 15 gennaio. La seconda, la più ampia, intorno alle 23:50 (UTC) e la terza intorno alle 01:10 (UTC) del 16 gennaio.

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Il rombo del vulcano vola in Sicilia

Sull’Etna, quasi agli antipodi, si osserva un accavallarsi dell’arrivo di due fronti d’onda, ciascuno con due picchi. Il fenomeno, spiegano gli esperti, continua con fasi successive di minore ampiezza e il segnale resta perturbato almeno fino alle 6 del mattino del 16 gennaio. L’evento è durato per più di 8 ore, dunque. La forma d’onda ha raggiunto un’ampiezza picco-picco massima di 3 Pa. Sarebbe stata come una piccola esplosione dell’Etna a qualche chilometro di distanza.

Dato che, però, le onde hanno fatto il giro del mondo e il vulcano siciliano si trova a circa 18mila chilometri di distanza, l’ampiezza di questa esplosione è di svariati ordini di grandezza superiore al più forte evento esplosivo che si sia mai registrato sull’Etna. Sarebbe stato, secondo l’INGV, “come un fortissimo tuono molto lontano“. Il rombo del vulcano è arrivato in Sicilia, agli antipodi del pianeta, “molto diluito nel tempo ma in tutta la sua impressionante potenza“.

Redazione