Immersa in uno dei paesaggi più suggestivi del Mediterraneo, tra le bianche vasche delle saline e lo scintillio del mare di Trapani, la Torre di Nubia si erge come un’antica sentinella del tempo.
Silenziosa, imponente, carica di storia. È una delle poche torri costiere della Sicilia occidentale che raccontano ancora oggi un’epoca fatta di conquiste arabe, tonnare, e difese contro i corsari.
Un angolo di Sicilia dove la storia si respira nel paesaggio
La frazione di Nubia, nel territorio di Paceco, è molto più di un semplice borgo rurale. Questo lembo di terra fertile, modellato nel tempo dall’ingegno umano e dalla forza della natura, ha conservato intatti alcuni degli elementi più affascinanti della Sicilia del passato: i mulini a vento, le saline dai riflessi rosati, la vista aperta sulle isole Egadi.
Qui, nell’anno 827, sbarcarono gli Arabi dando avvio alla conquista aghlabide della Sicilia. Furono loro a introdurre avanzate tecniche agricole, creando orti, agrumeti e frutteti, che modificarono profondamente l’aspetto e la vocazione produttiva della zona.
L’eredità saracena è ancora ben visibile nella struttura del paesaggio, nel nome stesso di Nubia e nella presenza – quasi dimenticata – di un antico “manzil”, un piccolo insediamento arabo su cui fu successivamente edificata la torre.
La torre tra tonni e incursioni
La Torre di Nubia, oggi parte della Riserva Naturale Orientata delle Saline di Trapani e Paceco, fu costruita nel XVI secolo e restaurata verso la fine dello stesso secolo dall’architetto toscano Camillo Camilliani, figura chiave nella progettazione del sistema difensivo costiero del Regno di Sicilia.
Ma prima di diventare punto d’avvistamento contro i corsari barbareschi, la torre aveva un’altra funzione: sorvegliare la tonnara locale.

Secondo gli atti del Senato di Trapani, nell’area operava infatti la tonnara di Raisi Debbi, ancora attiva nel 1590. La richiesta di autorizzazione al “calo” della tonnara risale al 1557, anche se fu approvata solo tre anni dopo. È in questo contesto che la torre assume un ruolo strategico: da osservatorio per la pesca a postazione strategica per la difesa del territorio.
Architettura militare e bellezza mediterranea
La struttura, alta circa 14 metri, si sviluppa su una base quadrata secondo il modello “cammilliano”, con due piani originali (più uno aggiunto successivamente): al piano terra si trovavano le cisterne per l’acqua, al primo piano l’alloggio dei soldati – un caporale e due torrari – mentre la terrazza ospitava l’artiglieria.
Una scala esterna in muratura accompagna ancora oggi i visitatori verso l’ingresso. All’interno, una botola conduce alla terrazza panoramica, da cui si domina l’intero tratto di costa trapanese: un tempo punto di controllo vitale, oggi balcone naturale su uno dei paesaggi più affascinanti della Sicilia.
Nel corso dei secoli, la Torre di Nubia è stata restaurata e integrata nel sistema di torri costiere affidate alla Deputazione del Regno di Sicilia, che ne amministrava più di 40. Tra queste anche la torre di Alcagrossa (oggi Marausa), anch’essa affidata a famiglie nobiliari locali.
Oggi la torre non è soltanto un bene architettonico e militare: è un simbolo di identità territoriale, un luogo che unisce memoria storica e bellezza naturale, dove le vestigia di un passato saraceno convivono con le luci mobili del sale e il canto del vento.
Visitare la Torre di Nubia significa immergersi in un viaggio nel tempo, nella Sicilia delle tonnare e dei corsari, tra le trame perdute di una civiltà che ha lasciato un’impronta indelebile sull’anima dell’isola.