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Guardia di Finanza, MateraBeni per oltre 8 milioni di euro sono stati confiscati dalla Guardia di finanza ad un 68enne, originario di Trapani, arrestato nel giugno 2009 con l’accusa di estorsione e condannato per questo reato, nel 2010, alla pena di anni 5 di reclusione. Il provvedimento e’ stato disposto dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani e riguarda un ingente patrimonio, costituito da aziende, immobili, terreni, motoveicoli e disponibilita’ finanziarie. L’indagine della magistratura trapanese, culminata negli arresti eseguiti nell’estate del 2009, aveva interessato una platea di soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa, estorsione, spaccio di stupefacenti ed intestazione fittizia di beni, con l’aggravante di avere favorito Cosa nostra, nonche’ la latitanza di Matteo Messina Denaro ed i collegamenti del boss con i palermitani Salvatore e Sandro Lo Piccolo. In tale contesto investigativo, l’ordinanza di applicazione della custodia cautelare a suo tempo emessa aveva contestato all’indagato, adesso colpito dal provvedimento di confisca, ritenuto contiguo alla famiglia mafiosa Accardo di Partanna, capeggiata dall’allora latitante Pandolfo Vincenzo, il reato di estorsione, in concorso con altri soggetti, per avere costretto un imprenditore, attraverso violenze e minacce, ad impegnarsi a versare la somma di 100 mila euro quale indebito corrispettivo per la costruzione di diversi appartamenti in Castelvetrano, pretesa poi successivamente ridotta. Alla luce di queste risultanze e degli esiti delle investigazioni economico – patrimoniali svolte dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Palermo, che hanno posto in risalto le forti discordanze tra il patrimonio e le disponibilita’ riconducibili al soggetto e le sue fonti di reddito ufficiali, il Tribunale di Trapani ha disposto la confisca di una societa’ cooperativa operante nella vendita e riparazione di mezzi agricoli, una ditta individuale operante nel settore delle colture viticole, 7 fabbricati (2 abitazioni, 1 deposito commerciale e 4 rimesse), 10 terreni, 5 motoveicoli e diversi conti correnti, per un valore complessivo di oltre otto milioni di euro, ritenuti frutto del reimpiego delle attivita’ criminose e dei proventi delle estorsioni.