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Dopo anni di minacce e silenzi tre commircianti si ribellano al pizzo, facendo scattare l'arresto di 4 persone, tra Camporeale e Montelepre, in provincia di Palermo, indagate per associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata del metodo mafioso e occultamento di cadavere. Le indagini, coordinate dalla Dda di Palermo, riguardano soprattutto gli assetti di Cosa Nostra dellla famiglia di Camporeale, all'interno della quale sono stati documentati parecchi casi di estorsione, proprio grazie alla denuncia dei tre imprenditori.

L'indagine

L'indagine, scattata dopo la denuncia dei tre imprenditori che si sono ribellati al pizzo, si è servita, tra le altre cose, del preziosissimo contributo del collaboratore di giustizia Giuseppe Micalizzi, che aveva precedentemente raccontato ai pubblici ministeri Francesco Del Bene, Sergio Demontis e Daniele Paci, i dettagli dell'omicidio di Giuseppe Billitteri, venditore ambulante ucciso durante la guerra per il potere a Camporeale, al quale avrebbe partecipato anche un quinto uomo, oggi arrestato con l'accusa di occultamento di cadavere.

Le estorsioni 

Questi quattro arresti, oltre che per la testimoianza dei tre imprenditori che si sono ribellati al pizzo, nascono dall'operazione del Grande Mandamento dell'aprile di due anni fa, quando i carabinieri avevano tratto in arresto 61 persone tra boss e gregari, appartenenti alle famiglie di San Giuseeppe Jato e Partinico. Ed è proprio nel corso di tale operazione che sono state ricostruite le tre estorsioni ai danni dei tre imprenditori, due dei quali erano impegnati a Camporeale, in provincia di Palermo, in un appalto pubblico per la costruzione di una strada, e in un canitere privato, per la rezlizzazione di alcune villette a Montelepre. 15 e 10 mila euro le somme rispettivamente pagate dai due dei 3 imprenditori che, stremati e messi alle strette dagli inquirenti, hanno finalmente deciso di ribellarsi al pizzo. 

 (Fonte: gds.it)