Un mattino di pioggia che andava e veniva, presi il battello che conduceva molti stranieri nell’isoletta di Mozia. Il brevissimo tragitto sulla bassa laguna appena increspata dal vento, mi riportò alle acque di Venezia e al cielo di Londra. Cercai di dimenticare chi ero e dove andavo, galleggiando soltanto tra le sfumature di grigio sopra e sotto di me e ondulando tra i suoni sommessi degli imbarcati.
Scesi in un luogo che emergeva appena dalle acque, ricco di piante grasse e di vigneti . Al centro una bella villa signorile. Con la calma pazienza e la forzata attenzione di quando entro in un museo, seguivo tutti i percorsi indicati della collezione privata di Giuseppe Whitaker. Non amo restare a lungo dentro i musei; vorrei vedere solo una cosa alla volta ma i musei non ascoltano i mei desideri.
All’improvviso sfociai davanti al giovane di Mozia e lì restai a lungo impietrita
Il giovane di Mozia,con tutti gli attributi della sua bellezza sfacciatamente ostentati, era la ricompensa al mio lungo viaggio.
Il mistero intorno a questa statua, continua a persistere . E’ un auriga? Un guerriero o solo l'amato dello scultore che voleva "pietrificare e immortalare " la sua passione per questo corpo giovane e perfetto?
Dal marmo esalava ancora mistero e sacralità ….Una forza prodigiosa, a cui non volevo oppormi, si staccava da questa forma di marmo .
Mi parlava di una passione umana, cocente e impetuosa.Vedevo lo scultore, un siciliota ignoto, dicono, che aveva imparato il mestiere nelle botteghe d’arte, insistere su quel pube che si alza da sotto le vesti leggere.
Vedevo lo scultore e il suo sfacciato modello, eretto davanti a lui in atto di civettuola esibizione, vincitore in forza della sua Bellezza fisica, davanti all'artista che lo avrebbe reso immortale.
Sovrapposi alla figura piegata dello scultore e al corpo trionfante del giovane, il viso devastato dal dolore dell'imperatore Adriano che piangeva il suo giovane amante Antinoo, affogato in un fiume o sacrificato perchè lui potesse vivere a lungo. Come riaverlo in vita? Come godere ancora del suo corpo che solo, in passione di sensi, avvicinava all’immortalità il guscio del suo umano e corruttibile corpo di imperatore?
Adriano ne fece un semidio e commissionò centinaia di copie da quella statua originariache fu portata al tesoro di Delfi.
Al convivio della mia mente, si aggiunse Marguerite Yorcenar che descrisse questo amore così umano e così divino e mentre giravo intorno alla statua sentii la voce
“ dimotiki” di Kavafis che recitava “Candele” un requiem ai suoi maschi amori, alla luce di una candela presso la finestra della sua casa di Alessandria .
“ I giorni passati restano indietro
una triste linea di candele spente .
Quelle piu vicine lasciano ancora fumo ..
Fredde candele sciolte,piegate,
non voglio vederle .
Mi rattrista la loro forma
e mi rattrista pensare alla loro prima luce
Non voglio girarmi, per non vedere in orrore
come veloce si allunga
la linea scura delle candele spente .”
Rimasi a guardare il giovane di Mozia, mentre sentivo tutti quelli che erano entrati nel nostro cerchio magico .
Volevo penetrare il suo mistero e gli giravo intorno.
Ma da qualunque angolazione lo guardassi, incontravo il suo sguardo beffardo e pagano.
Capii che stava umiliando la mia età e le mie inibizioni.
Ci siamo guardati in silenzio e l'ho insultato.