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Ambientalisti preoccupati per le trivellazioni geotermiche che potranno interessare il vulcano sottomarino Marsili, situato a circa cento chilometri dalle isole Eolie. Secondo la Ola (Organizzazione lucana ambientalista) l’iter del permesso di ricerca per fluidi geotermici, denominato “Tirreno Meridionale 1″, della Eurobuilding spa, in collaborazione con l’Istituto geofisica e vulcanologia (Ingv), procede senza sosta. La Eurobuilding, societa’ di Servigliano (Ascoli Piceno), e’ in attesa di ottenere dal ministero dell’Ambiente parere positivo di Via (Valutazione d’impatto ambientale) per la perforazione del pozzo esplorativo Marsili 1. Il progetto prevede la realizzazione, entro il 2015, di 4 piattaforme estrattive per una produzione totale di circa mille MW di energia geotermica derivante dal flusso idrico di origine vulcanica. La Ola sottolinea che nello studio preliminare ambientale della Eurobuilding si fa riferimento al rischio di “sismicita’ indotta” e il progetto viene considerato come una sorta di banco di prova per valutare l’impatto ambientale provocato dallo sfruttamento del campo geotermico del Marsili. “

In sostanza – rimarca la Ola – una vera e propria sperimentazione che metterebbe a rischio l’intero ecosistema del mar Tirreno e di quattro regioni costiere (Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia)“. Del rischio di sismicita’ indotta connesso alle perforazioni se n’e’ occupato anche il professor Benedetto De Vivo, dell’Universita’ Federico II di Napoli, secondo il quale, riporta l’Ola, “le conseguenze sarebbero devastanti, senza escludere il pericolo tsunami“.
Peppe CaridiVulcano-Marsili