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È entrata nel vivo la campagna promossa per la prima volta dal Dipartimento oncologico di terzo livello, Quattro giornate dedicate alle prevenzione, che hanno avuto inizio il 6 marzo e che proseguiranno anche il 20 ed il 27 marzo, per un totale di 40 posti disponibili

 

 

PALERMO, 19 marzo 2018 – Visite gratuite per la prevenzione del tumore al collo dell’utero. È entrata nel vivo la campagna promossa per la prima volta dal Dipartimento oncologico di terzo livello “La Maddalena” di Palermo, che, tutti i martedì di marzo, apre le porte alle donne per visite ginecologiche gratuite e pap test. Quattro giornate dedicate alle prevenzione, che hanno avuto inizio il 6 marzo, due giorni prima della Festa della donna, e che proseguiranno anche il 20 ed il 27 marzo, per un totale di 40 posti disponibili.

 

La campagna, prevede l’erogazione di esami di primo livello, effettuati dalla ginecologa Vita Bianco, responsabile del servizio di Ginecologia diagnostica ed interventistica de “La Maddalena”, in collaborazione con il servizio di Anatomia patologica presente all’interno della stessa struttura, coordinato dai medici anatomo-patologi Elena Roz e Onofria Schillaci. La campagna è rivolta alle donne di fascia di età compresa fra i 25 e i 64 anni, che non abbiano già usufruito di visite di prevenzione gratuite nei tre anni precedenti, come indicato dalle linee guida del Ministero della Salute.

 

Nelle prime due giornate, si sono sottoposte a controllo complessivamente venti pazienti, non solo provenienti da Palermo e provincia, ma anche da Castelvetrano e Mazara del Vallo, nel Trapanese. “Siamo soddisfatti della riposta avuta in questa prima parte della campagna di prevenzione – afferma Vita Bianco – . L’integrazione di visita ginecologica associata ad una accurata anamnesi  ginecologica e al prelievo citologico cervico- vaginale dà la possibilità di selezionare le pazienti che devono essere sottoposte ad indagini di secondo livello come la colposcopia con eventuale biopsia della cervice o proseguire l’iter strumentale con ulteriori indagini di primo livello come l’ecografia transvaginale permettendo una diagnosi precoce di eventuali patologie uterine o ovariche”.

 

“Analizzando i campioni – spiega Elena Roz – possiamo trovare delle cellule atipiche che permettono di attuare strategie per la prevenzione del carcinoma della cervice. Esistono, inoltre, anche alcune zone grigie in cui ci sono delle alterazioni che fanno sospettare la presenza del virus dell’Hpv, principale responsabile del tumore alla cervice uterina. Va sottolineata l’importanza di un rapporto sinergico fra ginecologo e anatomopatologo che consente di gestire a 360 gradi la paziente, in quanto, in presenza di cellule atipiche, si può procedere, a fare una biopsia (ossia a prelevare un piccolo campione della cervice) per fare una diagnosi definitiva di presenza o assenza di lesione precancerosa. Con tale approccio multidisciplinare, possiamo quindi avere un quadro completo, per una gestione ottimale sia della diagnosi che della cura del paziente”.