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Ha dimostrato di ridurre del 44% il rischio di morte o di progressione della malattia, prolungando in modo significativo la sopravvivenza libera dalla malattia e riducendo le dimensioni del tumore del 30% in oltre il 50% dei casi. È l'effetto di una nuova terapia data dalla combinazione di due molecole (ribociclib e letrozolo) contro il tumore al seno metastatico o in fase avanzata. I dati sono quelli dello studio di Fase III MONALEESA-2, presentati al Congresso della Società europea di oncologia medica (Esmo) e accolti con grande interesse dagli oltre 19 mila oncologi riuniti a Copenaghen, in Danimarca.

Ogni giorno in Italia vengono diagnosticati quasi 140 nuovi casi di tumore al seno e nel 2016 sono stimate 50 mila nuove diagnosi. I tumori con recettori ormonali sono i più frequenti e rappresentano circa il 60% del totale: oggi per le pazienti colpite da queste forme si stanno dunque affacciando nuove armi efficaci. I risultati dello studio "dimostrano che la combinazione delle due molecole rappresenta un significativo passo avanti nella gestione del carcinoma mammario metastatico con recettori ormonali positivi e che, se approvata, potrà diventare un'importante nuova opzione terapeutica a disposizione di queste pazienti", spiega Gabriel Hortobagyi della University of Texas MD Anderson Cancer Center e responsabile dello studio.

Le donne che convivono con il carcinoma mammario metastatico "dovranno rimanere in trattamento per tutto il resto della loro vita, pertanto è di fondamentale importanza sviluppare opzioni terapeutiche che siano efficaci nel ritardare la progressione della malattia", sottolinea l'oncologo. Il trattamento ha ricevuto la designazione di "Terapia fortemente innovativa" (Breakthrough Therapy) dall'ente di regolamentazione dei farmaci statunitense FDA nell'agosto di quest'anno, e lo studio ha coinvolto 668 pazienti presso 223 centri di sperimentazione clinica in tutto il mondo.