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Un cittadino comune vince la battaglia contro una banca. Banca Intesa, a quanto pare, gli aveva fatto andare in fumo i risparmi di una vita nel giro di pochi mesi a causa di un investimento sbagliato (delle obbligazioni argentine). "Ho lottato 15 anni contro la banca, e alla fine ho avuto giustizia", dice adesso Armando Visconti, 79 anni, a "Repubblica". La corte d’appello di Palermo gli ha dato ragione, condannando Intesa Sanpaolo a restituire 75mila euro oltre agli interessi dal 2001 e a pagare tutte le spese legali.

"Quando i miei avvocati, Pippo e Massimo Pollina, mi hanno comunicato il verdetto ho cominciato a ballare. Il tribunale mi aveva dato torto, la banca aveva offerto di restituirmi il 30%. Mi sentivo disperato, con quei risparmi speravo di aiutare i miei due figli, uno è ingegnere edile, ma è disoccupato", racconta ancora il pensionato.

Il verdetto del primo grado sembrava escludere qualsiasi responsabilità della banca nell’investimento temerario. Ma adesso il collegio presieduto da Vito Ivan Marino scrive parole chiarissime: "La banca aveva a sua disposizione elementi sufficienti di giudizio per orientare il cliente e, per l’attività svolta, era certamente consapevole che i bond argentini non erano equiparabili ai comuni titoli di stato". Dunque si trattava di obbligazioni particolarmente rischiose, come aveva ribadito la Consob già nel 2000: "Si trattava di obbligazioni adatte unicamente a investitori speculativi e in grado di valutare e sostenere rischi speciali", spiega l’avvocato Pippo Pollina.