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Di Giuseppe Cugno

Pillole di Sicilia per sapere, per capire, per conoscere l’esclusività dell’isola anche nei risvolti vistosamente maestosi, appariscenti, ma poco noti. Dal libro “Scenari meteorologici ambientali mediterranei”.

Alle nostre latitudini il nastro scansionale degli avvenimenti meteorologici gira in prevalenza da ovest verso est, ed i venti occidentali atlantici di ponente (da ovest) e maestrale (da nord-ovest) sono i più frequenti, tipici dei cambiamenti meteo­rologici delle stagioni intermedie, di primavera e autunno, ma abbon­dano anche in inverno. Per averne conferma basta osservare il pennacchio del cratere sommitale dell’Et­na a quota 3340 metri circa. La direttrice del pennacchio di fumo rivolto al Mare Ionio è molto rappresentativa dei movimenti atmosferici in grande dello scenario atlantico occidentale, in quanto il vulcano sovrasta abbondantemente tutti gli altri rilievi ed è comodamente visibile dalle panoramiche di oltre mezza Sicilia e della Calabria meridionale. È visibile dai rialzi dell’ennese della Sicilia centrale, dalle balconate iblee della Sicilia meridionale, dai rialzi Peloritani a nord dell’Etna, dalle suggestive balconate cartolina di Taormina. Ora alcune considerazioni e approfondimenti sull’utilizzo meteorologico dell’Etna, artigianale, semplice, e che pertanto potrebbe apparire superficiale suggestione. Sostanziamo. Il vulcano più alto d’Europa svetta isolato, imponente, non appartiene ad un’estesa catena montuosa che interferirebbe più in grande sulle dinamiche atmosferiche. L’Etna è più grande spia indicativa dell’insieme, che grande interferenza dell’insie­me. È torre segnaletica meteorologica, pressoché perfetta, comoda, rappresenta­tiva, efficace.

Immaginarsi il Monte Bianco svettare isolato, senza la catena alpina adiacente. Con scenari trasparenti sarebbe visibile da un territorio immenso dell’Italia set­tentrionale. Ma il Monte Bianco non ha il pennacchio fumante, mentre l’Etna offre questa opportunità segnaletica dal centro geografico reale del Mediterraneo. Basta collegare i punti estremi del Mar Mediterraneo con delle rette per vedere che la loro intersezione cade in Sicilia proprio sull’Etna. Per tutto ciò, l’Etna è buona banderuola dei venti. Da voli aerei da Catania per il Nord Mediterraneo, Nord Europa, Nord Italia, l’Etna offre un buon polso della situazione meteorolo­gica. La norma d’abitudine offre più indicazioni verso il nord, perché è in quella direzione che la situazione meteorologica si ingarbuglia il più delle volte, mentre verso il sud si ha spesso scontata conferma del bel tempo. Partire da Catania per il Nord (Nord Tirreno, Nord Italia, Europa) con il sole velato, caldo umido da flusso direzionale sciroccale, non si scappa, si va verso il mal tempo.

 

Però nella bandierina vulcanica dell’Etna non sempre vi si può leggere la dire­zione del vento, tanto meno lo scenario meteorologico in corso. Ma in alcuni casi si possono ricavare ottime indicazioni sullo scenario in atto. Dal territorio in pic­colo allo scenario in grande, senza carte del tempo e senza immagini satellitari. La giornata serena col pennacchio del cratere sommitale che sale un po’, piega pressappoco simmetricamente a martello, a T, vuol dire che ci troviamo sotto lo scenario di calma di alta pressione. Per la precisione, i pennacchi a T di camini urbani o industriali e di qualunque origine indicano, propriamente nella fisica dell’atmosfera, l’assenza di vento. Si capisce bene che la ciminiera artificiale dell’uomo, la più alta del mondo, non può elevarsi per oltre 3.300 metri dal livello del mare come l’Etna. Anche il pennacchio indeciso, lento, di poco piegato verso il Mar Ionio, non netto, è spesso riconducibile allo scenario di calma di alta pres­sione. Si consideri che durante le calme generali di alta pressione il pennacchio dell’Etna, a quella quota, piega prevalentemente verso il mar Ionio. Pennacchi nettamente piegati a sud-est appena fuori dal cratere sommitale, allungati per centinaia di chilometri, segnalano il vento di Maestrale (Immagine NASA).

 

Il bello è che l’Etna può segnalare il tempo, per sommi capi, anche quando non segnala nulla, perché non può vedersi. Gli scenari meteorologici orientali per­turbati, gli scenari di bassa pressione ciclonica sono, appunto, “segnalati” dalla non segnalazione. L’Etna non può vedersi, è sotto il mal tempo. Ma ogni volta che l’Etna non si vede, è sempre sotto lo scenario di bassa pressione ciclonica col Greco-Levante? No, non sempre. Perché vi sono altri casi sfumati, intermedi che comunque la nascondono. Ma non la nascondono a tappeto nel fitto grigio come quando imperversa l’inconfondibile scenario di bassa pressione ciclonica. Quando invece gli scenari sono, sì, perturbati, ma occidentali atlantici, di coda alle perturbazioni, l’Etna “indossa” un cappello di nuvole in cima, mentre i dintorni ne sono in prevalenza sgombri.

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Biografia

GIUSEPPE CUGNO – Geologo specialista di Ambiente e Territorio, Clima e Meteorologia del Mediterraneo, docente universitario a contratto. Tutto iniziato dalla palestra di ricerca della Sicilia sud orientale su percorso personale fra Geologia Clima e Meteorologia,  con l’ideazione di sana pianta del modello a “Scenari meteorologici” via via approfonditi ed estesi in ricerca pluridecennale fino allo sbocco nel libro “Scenari Meteorologici Ambientali Mediterranei” che gli è valso il premio speciale della giuria per la sezione saggistica del Premio Carver 2014 ormai noto come il Contropremio dell’editoria italiana.

Dalla laurea in Geologia il Curriculum Scientifico Professionale Accademico si è sviluppato in tre filoni concatenati. Ricerca e formazione, le fondamenta. Docenza universitaria. Libera professione.

○ Ricerca diretta sul territorio dal seme iniziale di corilevatore geologico delle Carte Geologiche della Sicilia Sud-Orientale, con la Cattedra di Geologia Università di Catania. Coautore su Sedimentary Geology di ricerca sedimentologica di dettaglio sui Monti Iblei attorno il canyon della Riserva Naturale di Cava Grande, Sicilia sud orientale. Studi vari e pubblicazioni mirati alla conoscenza di territorio e ambiente (atmosferico, terrestre, marino).

○ Docente a contratto al Politecnico di Torino previa idoneità  per studiosi dotati di qualifica scientifica per insegnamenti presso la II Facoltà di Architettura, e previa idoneità unica delle Facoltà di Architettura e Ingegneria. Docente di insegnamenti ambientali in corsi di laurea e master di 1° e 2° livello per le Facoltà d'Ingegneria dell'Università di Catania ed Enna.

○ Di singolare risonanza la ricaduta su beni pubblici primari (acque potabili, aria, suolo) dell'indirizzo impresso alla professione contraddistinta dall'accurata selezione delle consulenze, mai accettato consulenze ambigue  contro l'ambiente. Questa l'impronta distintiva. Da cui la libertà di giudizio sempre a favore dell'ambiente. Degli “Scenari meteorologici” l'applicazione  sugli effetti per l'inquinamento atmosferico "Quando, Dove e Perché" attraverso l'individuazione delle fasce di territorio più esposte e meno esposte in ragione di 6 “Scenari meteorologici” portanti “i fumi vanno dove li porta il vento”.

Totale l'impegno per quanto umanamente possibile per la Riserva Naturale di Cava Grande del Cassibile. Il suo nome ricorre associato ripetutamente a Cava Grande per averla prima studiata, pubblicata, divulgata e fatta conoscere al mondo con mezzi propri, e dopo difesa strenuamente dalle discariche. Si distinguono incisivi e coraggiosi studi geologico-ambientali risultati determinanti a scongiurare:

 ○ L’irreparabile inquinamento delle acque vergini delle sorgenti apicali del Vallone Cardinale nei Monti Iblei. Ad uso diretto idropotabile, per caduta naturale, di migliaia di cittadini (Canicattini Bagni) e a monte del bacino d’origine delle mitiche sorgenti del Ciane della storica Siracusa “greca”.

 ○ L’inquinamento del territorio adiacente la Riserva Naturale di Cava Grande del Fiume Cassibile alimentato da tante sorgenti rimaste fra le ultime incontaminate, per concause naturali ed antropiche molto fortunose nello scempio generale. Evidenziate in dettaglio, come e perché, nel libricino divulgativo “Cava Grande del Cassibile – L’ambiente fisico del Canyon dalle sorgenti d’origine alle sorgenti subacquee nel Mar Ionio”. Trattasi di due bacini fluviali adiacenti, perle incontaminate della Sicilia, entrambe prescelte per siti discariche. Una proprio dentro l’alveo delle sorgenti, l’altra (di Stallaini) che si ripresenta a cicli, a ridosso della Riserva Naturale di Cava Grande, ora meta crescente di migliaia di turisti e studiosi da tutto il mondo. Cava Grande è scrigno di biodiversità di vaste essenze mediterranee per estesi influssi di “Scenari Meteorologici”, dai subtropicali torridi più caldi del Sahara di Libeccio Scirocco a quelli nordici più freddi di Maestrale e Tramontana.