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Per catturare l’attenzione del New York Times, non servono resort di lusso né locali alla moda. Basta un’isola siciliana, in cui il mare è trasparente come cristallo, la pietra racconta storie millenarie e il tonno non è solo un ingrediente, ma un’eredità culturale.

Favignana, la più estesa delle Egadi, ha conquistato le pagine del celebre quotidiano statunitense grazie a un reportage firmato dal giornalista Patrick Scott, che ne ha colto l’anima più autentica. Un’isola dove si nuota tra antiche cave scolpite a mano, si esplorano grotte nascoste e si assaporano piatti che parlano di tradizione. Un riconoscimento che accende i riflettori internazionali su uno dei tesori più affascinanti della Sicilia occidentale.

Un luogo plasmato dal tempo

A pochi chilometri dalla costa, Cala del Bue Marino è forse il luogo più iconico per nuotare in questo angolo di paradiso: scogliere, acque limpide e cave di pietra che raccontano il lavoro secolare degli scalpellini. Qui, il mare lambisce una costa scolpita come da mani giganti, mentre il sole illumina una tavolozza di blu che sfuma dal cobalto al ghiaccio.

Seguendo il richiamo di un “labirinto come un tempio”, Patrick Scott ha nuotato lungo le scogliere, scoprendo un ingresso buio alto due piani. Dietro quella soglia si cela un mondo scavato nella calcarenite, la pietra chiara dell’isola: stanze grandi come magazzini, solchi di picconi sulle pareti, silenzio antico. Ricorda le tombe dei faraoni, ma è tutta siciliana la fatica che le ha generate.

Favignana, l’isola “a forma di farfalla“, è famosa per tre elementi: il mare, la pietra e il tonno. Oggi le cave diventano giardini botanici e la grande tonnara dei Florio si trasforma in museo. Le vie, un tempo percorse da operai, sono ora animate da famiglie in bicicletta e vacanzieri in cerca di relax e divertimento.

La bellezza nascosta delle Egadi

Parte dell’arcipelago delle Egadi con Levanzo e Marettimo, Favignana è immersa in un’area marina protetta tra le più estese del Mediterraneo. Le praterie di posidonia oceanica, fondamentali per la rigenerazione dell’ecosistema marino, ondeggiano come campi verdi sotto la superficie. Nuotare qui è come volare su una savana acquatica, un’esperienza che va oltre la semplice balneazione.

Il mare di Favignana è una scoperta continua. Cala Rotonda è un piccolo anfiteatro naturale dove l’acqua cristallina accoglie i nuotatori tra barche a vela e scogli silenziosi. Nascosta tra le rocce, una grotta brilla di riflessi verdi e viola, uno spettacolo raro e ipnotico. Dopo il bagno, si brinda in un punto di ristoro con una birra, accompagnata una fresca insalata di tonno. La musica si fonde con il fruscio delle tende e i suoni della spiaggia.

Il rituale della mattanza

Già nel XIII secolo l’isola conosceva la pesca del tonno, ma è nel 1874, con l’arrivo dei Florio, che nasce l’industria moderna. Furono loro a inventare la conservazione sott’olio in scatola. Il gigantesco stabilimento, oggi museo, racconta con un documentario d’epoca la mattanza: tonni giganti catturati in reti sospese, arpionati e issati a bordo da uomini robusti e instancabili.

L’ultima mattanza è del 2007, ma il tonno vive ancora nei piatti dell’isola. Dai tranci scottati con pesto di pistacchi, alle polpette in salsa rossa, fino agli spiedini con cipolla caramellata: ogni variante è un omaggio a una tradizione vivaFavignana.

Il cuore di Favignana è di calcarenite

La pietra non è solo sfondo, ma protagonista. Sull’isola ci sono oltre 200 cave, in parte aperte, in parte sotterranee. Alcune sembrano anfiteatri di roccia, altre labirinti dove gradini e scale si perdono nel nulla. Tutto è scavato nella calcarenite, una roccia porosa e calda, la stessa che ha plasmato case, chiese e sentieri.

Nel Giardino dell’Impossibile, le cave diventano scenario botanico con quasi 500 varietà di piante. Qui, tra pini, cipressi e agavi, si sente ancora il “canto delle pietre”. In una grotta, la luce colpisce antichi picconi appesi a una parete, evocando il suono del metallo sulla roccia, il sudore, il silenzio. È un incontro tra natura e memoria, tra lavoro e bellezza. Tutto, a Favignana, è unico: è un’isola “magica”, come la definisce il New York Times. Foto in evidenza: Depositphotos.com.

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