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Vende le sue foto hot sui social guadagnando 2.500 euro al mese: è la storia di una ragazzina di nemmeno 16 anni sulla quale stanno indagando i carabinieri. La minorenne navigava con il cellulare anche di notte per eludere il controllo dei genitori, divulgando le foto pornografiche delle sue parti intime e chiedendo in cambio dei compensi. Quando i militari lo hanno scoperto, la ragazzina aveva raggiunto un giro d’affari ragguardevole.

Ma questa è soltanto una delle storie venute fuori da un ciclo di incontri avvenuti nelle scuole padovane. C'è di più, come il caso di una tredicenne esclusa dai compagni e costretta a cambiare scuola dopo aver portato sulla schiena un post-it diffamatorio per tutto il giorno, nell’indifferenza degli insegnanti.

"Spesso chi è testimone non interviene, è come paralizzato. Così non si è complici ma si dà coraggio all’autore, che poi compie gesti ancora più efferati. Si prende di mira il diverso, non solo il più brutto ma anche il più bello o il più diligente. Quando la vittima arriva a casa è ancora più vulnerabile, perché con i cellulari è ancora nelle mani del carnefice. E quando il preside punisce un bullo, i genitori fanno ricorso", commenta Barbara Bononi del Lions club Padova San Pelagio.