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È morto a 82 anni il cantautore canadese Leonard Cohen. Se ne va uno dei cantautori più apprezzati nella storia della musica. Nelle sue opere esplorava temi come la religione, l'isolamento e la sessualità, ripiegando spesso sull'individuo. Figura chiave per i cantautori emersi negli anni '60, è stato in attività per tutta la vita, unendo musica e poesia. A ottobre aveva lanciato il suo nuovo disco "You Want It Darker".

Nato il 21 settembre 1934 a Montreal (Canada) in una famiglia ebrea, iniziò fin da subito a interessarsi alla poesia e particolarmente alle opere dello spagnolo Federico Garcia Lorca. Dopo aver pubblicato le sue prime composizioni poetiche e aver passato un lungo periodo in Grecia, Cohen debuttò nella musica con l'album "Songs of Leonard Cohen" (1967), considerato opera maestra, con canzoni come "So Long, Marianne" o "Suzanne".

La sua lunga carriera, modello per cantautori di tutte le generazioni, ha prodotto dischi epocali, tra cui "Songs of Love and Hate" (1971), "I'm Your Man" (1988) o "Various Positions" (1985), con il capolavoro "Hallelujah", una delle sue canzoni più popolari, riproposta negli anni da moltissimi artisti. Impossibile dimenticare la versione di Jeff Buckley. Dopo un ritiro spirituale negli anni Novanta, Cohen era tornato di recente alla musica, dopo aver scoperto che la sua manager Kelley Lynch l'aveva derubato di un enorme patrimonio, lasciandolo sul lastrico. Da allora ha pubblicato "Old Ideas" (2012), "Popular Problems" (2014) e il suo epilogo musicale "You Want It Darker" (2016). Tanti i riconoscimenti, tra cui il Premio Príncipe de Asturias de Las Letras nel 2011.