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Storia a lieto fine quella del cucciolo che, dopo ore di attesa, è stato salvato grazie all’intervento dei vigili del fuoco di Agrigento dopo essere caduto in un tombino profondo circa dieci metri. Scopriamo, di seguito, cosa è accaduto e come adottarlo.

La storia a lieto fine

Protagonista del fortunato salvataggio, Vittorio Russo, il giovane agrigentino proprietario di un rifugio che, lo scorso sabato 24 giugno,  è  stato contattato da una ragazza che aveva visto due cuccioli abbandonati  e voleva portarli nel suo rifugio.

Cucciolo caduto in un tombino

Cucciolo caduto in un tombino

Contemporaneamente la ragazza  ha sentito il guaito di un cane  provenire dall’interno di  un tombino. A questo punto per il giovane agrigentino è stato, ancora una volta, necessario intervenire in prima persona recandosi sul posto dove ha atteso, dalle 14 alle 17,  l’arrivo dei vigili del fuoco i quali,  una volta sul posto, sono riusciti a salvare il cagnolino che, nonostante la paura,  sta bene e adesso cerca casa. Per adottare questo cucciolo, i suoi fratellini e tanti altri cani del rifugio  contattare il  numero 389/1520054.

Il problema del randagismo

Questa storia, fortunatamente in questo caso a lieto fine, non è che una delle infinite storie legate al problema del randagismo che nasce non solo dall’ abbandono degli animali ma anche e, soprattutto, dalla mancata sterilizzazione dei cani randagi che, in questo modo, si riproducono con grave pericolo per i piccoli che vengono al mondo in contesti pieni di pericoli in cui è difficile che sopravvivano.

Tutela animali e prevenzione randagismo: le regole in Sicilia

La legge isolana ha lo scopo di essere conforme all’articolo 13 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, il quale tutela gli animali in quanto esseri senzienti, al fine di assicurare loro un’esistenza compatibile con le proprie caratteristiche biologiche ed etologiche e condannare gli atti di crudeltà verso gli animali e il loro abbandono. Inoltre negli ultimi decenni, gli animali definiti da “affezione” hanno assunto sempre maggiore rilievo nella nostra società, al punto tale da essere sempre più integrati nel nucleo familiare.

Cucciolo di cane caduto in un tombino

Cucciolo di cane caduto in un tombino

Le responsabilità dei comuni

I Comuni sono responsabili degli animali di affezione sprovvisti di proprietario e, in corresponsabilità con il gestore, di quelli presenti nelle strutture di ricovero e custodia intestate al comune. Inoltre tocca ai Comuni curare il prelievo dei cani vaganti e dei gatti sul territorio, direttamente o indirettamente, in convenzione con società o enti privati tramite privati cittadini iscritti nell’elenco comunale per il contrasto al randagismo. Infine risulta compito dei Comuni curare l’affido, l’adozione e la re-immissione dei cani prelevati, al fine di evitare la formazione di branchi che possano mettere a rischio la pubblica incolumità.

Cucciolo di cane caduto in un tombino

Cucciolo di cane caduto in un tombino

Responsabilità delle ASP

Alle aziende sanitarie provinciali tocca provvedere all’implementazione dell’anagrafe regionale degli animali di affezione, direttamente o tramite medici veterinari liberi professionisti autorizzati. Inoltre devono garantire la sterilizzazione dei cani e dei gatti di proprietà del comune presso le strutture veterinarie pubbliche e prestare di pronto soccorso degli animali feriti ed alla cura degli animali vaganti nelle ore diurne, in regime ambulatoriale, e a programmare il servizio di reperibilità notturno e festivo presso le strutture veterinarie pubbliche. Infine hanno il compito di coordinare in ogni comune, attraverso un dirigente veterinario designato senza ulteriori oneri di spesa, la programmazione degli interventi specifici sul territorio per la prevenzione del randagismo. 

 

 

 

 

 

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