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01Anche Amaro Averna lascia l’Isola. Il noto marchio storico della città di Caltanissetta, si sposterà altrove per continuare la sua produzione. Prima di esso anche Birra Messina.

Nato a Caltanissetta presso il convento dell’Abbazia di Santo Spirito, questo rinomato liquore è diventato poi appannaggio esclusivo della famiglia Averna, da cui ha preso il nome.
Era la seconda metà dell’Ottocento quando Salvatore Averna iniziò la produzione industriale del noto composto liquoroso a base di erbe, tratto dalla ricetta dei monaci benedettini.
Ben presto il composto, dal colore caramello e dalle note proprietà antisettiche e digestive, divenne famoso in tutta Italia, grazie anche al lavoro commerciale del figlio di Averna, Francesco, che portò il noto liquore a diventare un prodotto ufficiale della Real Casa dei Savoia.

Con la morte di Francesco, furono i suoi figli, e prima ancora la moglie Anna, uno dei pochissimi esempi di donne imprenditrici del Novecento, a portare avanti la tradizione di famiglia, agli inizi del secolo scorso prima, e fino ai Conflitti Mondiali e oltre poi. Fu infatti con la fine della Seconda Guerra, pur dopo mille traversie, che Amaro Averna iniziò ad essere conosciuto anche nel resto del mondo; iniziarono così le esportazioni verso gli Stati Uniti, che sancirono l’entrata in Borsa del marchio, a ridosso degli anni Sessanta. Tra la fine degli anni Ottanta e metà degli anni Novanta, l’azienda ha acquistato la società vitivinicola Villa Frattina, e nel 1995 la Pernigotti. All’inizio di quest’anno, il noto marchio siciliano è passato sotto l’egida del grande Gruppo Campari S.p.A., che ora ha deciso di trasferirne la produzione altrove come il marchio ‘birra Messina’ prima di esso; saranno solo tre i dipendenti che rimarranno a presidio dello stabilimento di Caltanissetta.

Dopo la smentita giunta nel 2009 dalla stessa famiglia Averna, di voler trasferire la produzione a Modena, questa volta sembra ormai fatta. L’amaro più venduto in Italia, ricopre ben il 15% della sua quota di mercato, il cui 65% viene venduto solo nel nostro Paese. Nel 2013, Averna ha registrato vendite per un ricavo complessivo pari a 61,8 milioni di euro; un trend in crescita, il cui 40% del segmento di vendita è rappresentato soltanto dall’amaro.
Allo stesso modo prima di Campari, un altro grande gruppo nel settore delle bevande alcoliche, ha lasciato la Sicilia. Dopo aver acquisito il noto marchio storico ‘birra Messina’, l’azienda olandese Heineken S.p.A. lascia definitivamente l’Isola nel 2007, con la chiusura dello storico stabilimento sito in Messina.

La produzione isolana aveva già subito una crisi alla fine degli anni Novanta, quando il noto produttore di birra aveva deciso di dedicare l’impianto produttivo del marchio, al solo imbottigliamento.
Birra Messina fu un’altra realtà imprenditoriale a conduzione famigliare, della Sicilia del Novecento. Nata nel 1923 dalla famiglia Lo Presti-Farandia, arrivò ben presto ad essere distribuita in tutto il territorio siculo e fino in Calabria. Con gli anni Settanta iniziarono le prime difficoltà, che portarono alla vendita, nel 1988, dello storico brand agli olandesi. La triste storia si è ripetuta in anni più recenti con altri marchi storici della produzione industriale italiana: con la Fiat, ormai uscita dallo stabilimento di Termini Imerese, e potrebbe ripetersi anche con l’Eni, a Gela.

Nel futuro dell’imprenditoria siciliana rimangono i prodotti agricoli tradizionali, che proprio in questi ultimi anni hanno attratto molti turisti, provenienti da ogni parte del mondo, anche grazie alle numerose rielaborazioni in chiave più raffinata, realizzate da importanti cuochi e chef ormai rinomati non solo sull’Isola, ma anche nel resto del Globo. E non è finita qui; grazie ai nuovi finanziamenti messi a disposizione da UniCredit (50 milioni per le piccole, medie e micro imprese di Sicilia), la vita imprenditoriale sull’Isola potrebbe presto prendere una svolta.

Molte sono, in ogni caso, le eccellenze del territorio; basti pensare ad esempio alla tradizione vitivinicola e alle numerose cantine con produzioni a marchio D.O.C.
Presso l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, si sta attendendo l’ultimo scoglio che possa portare alla produzione delle prime autovetture ecologiche di Sicilia. Ma per rimanere in tema di birra, molto successo ha riscosso quest’anno Pinta Siciliana S.a.s., azienda artigianale della provincia di Messina, con la sua rinfrescante birra aromatizzata al fico d’India, arbusto che cresce rigoglioso e spontaneo sulle coste di Sicilia.

Autore | Enrica Bartalotta