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Storia, natura, mistero. Le Rocce dell’Argimusco hanno un fascino che per molti aspetti ancora non si può spiegare. Sul pianoro che sta tra i Nebrodi e i Peloritani si trovano queste rocce antropomorfe e zoomorfe, spesso oggetto di studio.

Risalgono a un’epoca in cui l’uomo viveva poco di scienza, ma molto di mitologia. La Stonehenge siciliana, così come è stata soprannominata, richiama esperti da tutti il mondo. Al punto da puntare a un posto come Patrimonio dell’Umanità Unesco. Gli addetti ai lavori non hanno dubbi: «L’Argimusco sarà l’ottavo sito siciliano Patrimonio dell’Umanità», dice Ray Bondin che fece qualche anno fa lo stesso pronostico, azzeccandolo, per l’Etna.

Argimusco Patrimonio dell’Umanità

Attualmente, a Montalbano Elicona, si sono riuniti gli studiosi provenienti da 32 Paesi: «Questo luogo è straordinario», hanno valutato all’unanimità. Le rocce dell’Argimusco lasciano tutti senza fiato. A fare da cornice, un panorama spettacolare.

E allora sembra di tornare all’età del bronzo, quando l’uomo cominciava a scrivere la storia. Prima di cantare vittoria, comunque, bisognerà seguire un iter ben preciso. Sono necessari altri studi, ma le premesse sembrano ottime.