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Un giovane suonatore e un barbato danzatore. Un efebo suona il flauto a doppia canna, in presenza di un comaste, danzante bevitore (come dimostra la coppa che regge con la mano sinistra) partecipante al kòmos, corteo rituale legato sia al culto pubblico di Dioniso sia alle pratiche conviviali d’ambito privato, durante il quale ci si sfrenava abbandonandosi alla baldoria e all’ebbrezza e di cui l’accompagnamento musicale costituiva parte integrante, insieme a canti e danze. Nella raffigurazione su questo cratere a campana a figure rosse proveniente dalla necropoli di Agrigento, sapientemente bilanciata in una armonica composizione, sono legate due componenti fondamentali dell’antica società greca: la musica e il banchetto.
L’atmosfera dionisiaca è d’altra parte richiamata proprio dall'aulos (flauto), strumento sacro a Dioniso, dio del vino, rappresentato, in compagnia di un personaggio femminile del suo seguito, una menade, sull’altra faccia del vaso. Attribuito al Pittore di Pan, il vaso è databile al 470-460 a.C.
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