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A Carini, piccola cittadina costiera a due passi da Palermo, c’è un tesoro gastronomico poco conosciuto, ma straordinario: i famosi “Asineddi”, un’autentica prelibatezza per gli amanti del pesce azzurro.

Questa delizia culinaria, nota in italiano come “Zerro“, è una specialità locale, che merita senza dubbio di essere riscoperta.

L’Asineddu

Il termine “Asineddi” potrebbe trarre in inganno chi non conosce la cucina locale. Tuttavia, in questo contesto, il nome si riferisce a un particolare pesce azzurro, che rientra nella famiglia dei Centracanthidae e abbonda nelle acque cristalline del golfo di Carini tra aprile e maggio.

L’Asineddu può raggiungere la lunghezza massima di 20 centimetri e presenta un corpo fusiforme, con piccole squame di colore argento e riflessi rosati. La femmina della specie si chiama “Maccaruneddu” e rispetto al primo è più corto e non supera i 14 centimetri.

La preparazione degli “Asineddi” è un’arte tramandata di generazione in generazione che offre un assaggio autentico della tradizione marinara siciliana. I pescatori locali e gli chef tradizionali amano lavorare questo piatto unico, esaltando la freschezza del pesce con l’uso sapiente degli ingredienti locali. Tra i piatti più rinomati la “pasta cu sucu di Asineddi” e gli “Asineddi ca cipudda”.

Una tradizione da preservare

L’Asineddu è un pesce povero, ma con un elevato valore nutrizionale che viene spesso fritto e accompagnato da scalogni in agrodolce o cotto in padella. Questo pesce è particolarmente apprezzato per la preparazione di deliziose zuppe o marinato in una miscela di spezie locali, erbe aromatiche e olio extravergine di oliva.

Gli Asineddi hanno rappresentato negli anni ’70 il cuore dell’economia carinese, dando lavoro a tante famiglie di pescatori locali e agli artigiani che realizzavano a mano le nasse da pesca.

Oggi questa specialità è al centro di numerose sagre che intendono valorizzare e preservare la freschezza del pesce locale e l’arte della cucina locale.

Foto Sagra degli Asineddi de Il Carinese