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Partiamo da principio: per “vendemmia” si intende la raccolta delle uve da vino, perché per la classica “frutta da mangiare” si usa più semplicemente la parola “raccolta”. Precisazione inutile? Probabilmente sì, ma quando si parla di un concetto cardine, in Sicilia e non solo, è meglio anche risultare certosini. Anno più anno meno, da sempre in Sicilia settembre è il mese che profuma di mosto, cioè il prodotto non fermentato della pigiatura o torchiatura dell'uva. Un mese importante, che si innesta nei paesaggi di campagna, nelle strade nel vino, nelle cultivar e nei vini prodotti, paradisiaci inframezzi tra i piatti tipici della tradizione contadina. Decine di migliaia di persone attraversano in lungo e in largo l'isola più grande del Mediterraneo per perdersi tra vigneti pieni di grappoli, strade di campagne lastricate da colline dominate da filari di viti, palmenti e finanche musei del vino.

Se volessimo cominciare a enucleare la dicitura “da non perdere”, impossibile bypassare le strade della Sicilia sud-orientale, nella Val di Noto, ma anche quelle dell’Etna dove dominano le cultivar di Nerello Mascalese e quelle tra Menfi e Portopalo, vicine alla Valle dei Templi di Agrigento, terre ideali per il Grillo. E ancora le uve Zibibbo, anticamera dei vini liquorosi. Pantelleria, Lipari e passito, probabilmente, è un trittico che già di per sé è prodigo di parole più di un trattato enogastronomico. La Sicilia a settembre è un panegirico naturale di musica, attività all'aria aperta al ritmo di mosto e al retrogusto di vino. Ottimo vino, ça va sans dire

Vendemmia 2017 in Sicilia

Come dicevamo, la vendemmia è ondivaga: sulla base di fattori eterogenei, può andare meglio o peggio. E quest'anno in Sicilia si prevede un calo attorno al 30%. “La vendemmia del 2017, per effetto del caldo e della siccità, si classifica come la più precoce dell’ultimo decennio. Con un anticipo di circa dieci giorni rispetto allo scorso anno, è dunque in forte calo per il bizzarro andamento climatico, con un inverno asciutto e più mite e un precoce germogliamento della vite, che ha favorito danni da gelate tardive, ma anche siccità persistente e episodi localizzati di grandinate”, spiega Coldiretti. In barba all'andazzo non proprio positivo, comunque, dall'Osservatorio del Vino fanno sapere che “nonostante il calo produttivo, con previsioni di raccolta poco al di sopra sopra i 40 milioni di ettolitri, l'Italia conferma il primato produttivo mondiale, davanti a competitor del calibro di Spagna (38,4 milioni) e Francia (37,2 milioni)”.

Feste del vino e tour enogastronomici

Con sei appuntamenti che si concluderanno a ottobre, “I treni del vino e del gusto” sono una chicca che ha tanto da raccontare. Si tratta di viaggi su convogli d’epoca restaurati per fini turistici e programmati non a caso  in occasione di sagre e feste sulle eccellenze enogastronomiche siciliane. Il programma prevede il “Treno del vino” il 17 settembre, da Messina a Santa Venerina per “EnoEtna”; si tratta di un treno storico con carrozze tipo 1959 serie 45000 e locomotiva elettrica d’epoca E646; un “Treno del vino e del gusto” sempre il 17 settembre, ma da Messina a Caltagirone per “Territori del vino e del gusto”, viaggio in treno storico con carrozze “Centoporte” e locomotiva diesel d’epoca D445; e ancora il “Treno dei formaggi” del 24 settembre da Siracusa a Ragusa per la “Festa dei Formaggi Iblei”, in treno storico con carrozze “Centoporte” e locomotiva diesel d’epoca D445; il “Treni tra apollineo e dionisiaco” dell'8 ottobre 2017, da Trapani a Petrosino per i “Presidi Slow Food della provincia di Trapani”, in treno turistico con automotrici ALn668 serie 3000, il “Treno dei grani antichi” per l’8 ottobre, da Palermo a San Cataldo per la “Sagra della ciambella e dei grani antichi siciliani”, in treno storico con carrozze “Centoporte” e locomotiva elettrica d’epoca E646. Senza contare, in linea di massima, che è sempre valido il tour della Sicilia attraverso i suoi vini.

Le strade del vino in Sicilia

Sono sette i percorsi del vino che non mancheranno di rendervi ebbri di Sicilia, in tutti i sensi. Iniziando dalla provincia di Palermo, la strada giusta è quella del Monreale Doc, dove il Catarratto comanda incontrastato. Le meraviglie imperdibili sono il Contea di Sclafani, il Contessa Entellina e il Monreale, nome che riporta certamente alla bella cittadina normanna. Guardando a ovest, si allunga la strada del vino Alcamo Doc, che comprende le doc di Erice e quelle di Marsala, Terre d'Occidente e Val di Mazara. Il Trapanese è la provincia più “vitata” d'Italia, dunque la lista è sterminata: dalla splendida Erice medievale alla riserva delle Saline fino al Satiro Danzante a Mazara del Vallo. Dirigendosi verso il Canale di Sicilia, c'è la Strada del Vino Terre Sicane. Le doc sono quelle di Santa Margherita di Belìce, Sambuca di Sicilia, Menfi e Contessa Entellina. Immancabile la Strada del Vino dei Castelli Nisseni, dove il celebre vitigno del Nero d'Avola s'aggrappa ai siti archeologici di Morgantina, Piazza Armerina e Sperlinga. La doc è quella di Riesi. famoso quanto il Nero nisseno. Il Cerasuolo di Vittoria firma la Strada del Vino Cerasuolo di Vittoria, con le capitali barocche di Noto e Modica sugli scudi. Siracusa va di pari passo con il Moscato. La parte sud-orientale si dirige quasi fisiologica verso le pendici dell'Etna e del suo Parco. Dall'aspra terra vulcanica si va poi ai dolci declivi delle Eolie per concludere il tour enologico con la strada del vino della provincia di Messina. Le doc del Faro o la nuova del Mamertino accompagnano fino in mare aperto il gusto inconfondibile del Malvasia.