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Il basilico è una pianta molto utilizzata in cucina e, tra le tante preparazioni in cui viene utilizzato, sicuramente il pesto è la più diffusa. Di solito, però, per cucinare questo condimento si utilizzano le piante più piccole, al di sotto dei 10 centimetri, ma queste giovani piante contengono metileugenolo, sostanza classificata come cancerogena nel 2000 dal National Program of Toxicology. La scoperta, in realtà, risale al 1999 ed è stata fatta dal Centro di Biotecnologie di Genova, nel corso di uno studio relativo al pesto ligure doc. Da qui è emerso che il metileugenolo si trova solo nelle piantine più piccole e che oltre i 10 centimetri la pianta di basilico non è più pericolosa, in quanto si trasforma in eugenolo, innocuo per il nostro organismo.

Gli studi eseguito sono stati eseguiti su topi da laboratorio ed è per questo che gli studiosi hanno evidenziato che non è il caso di creare allarmismi: sarebbero necessari ulteriori studi per fare effettivamente chiarezza. L'articolo, datato 2001, è stato ripreso nel 2004, da uno studio che ha confermato che effettivamente nelle piantine giovani c'è una consistente quantità di metileugenolo. A riportare alla ribalta l'argomento è stato un articolo apparso su Fanpage.it. Come bisogna comportarsi, dunque? Di fronte a questi dati è importante non farsi sopraffare da inutili allarmismi: se volete essere più sicuri, preparate il pesto con piantine di basilico non troppo giovani.