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A Benevento è stata vietata la vendita del libro “Riina Family Life” scritto da Salvo Riina, figlio del boss ergastolano Totò Riina. “Questa ordinanza ha un valore morale, è un atto di rispetto verso chi ha perso la vita, in questi anni, per combattere le mafie“, spiega Fausto Pepe, sindaco del PD, commentando il dispositivo sindacale del 13 aprile con il quale vieta sul territorio comunale la vendita del libro.

So bene che l’atto da me emanato è assolutamente illegittimo sul piano amministrativo, privo di qualsiasi fondamento giuridico, e difatti non prevede alcun tipo di sanzione. In realtà la mia è una chiara provocazione in risposta all’eco mediatica che ha suscitato il libro di Salvatore Riina. L’obiettivo dell’ordinanza è preciso: si vieta la vendita di un libro che offende tutti coloro i quali si battono quotidianamente per valori quali la giustizia e la legalità. Non vogliamo creare liste di libri proibite, tipiche da Santa Inquisizione. L’atteggiamento oscurantista non fa parte dello spirito che anima la nostra amministrazione comunale“, aggiunge Fausto Pepe.

Il primo cittadino di Benevento vuole lanciare un messaggio preciso: “Riteniamo che la conoscenza della mafia non possa passare per le parole di chi ne è stato, con le sue azioni, promotore e protagonista. Ai nostri figli dobbiamo e vogliamo insegnare la criminalità organizzata attraverso i racconti di uomini e donne che in questi anni hanno speso la loro vita per combatterla e le testimonianze delle famiglie di chi ne è stato vittima“.

Poi conclude: “Non condanno il figlio di Riina sulla base del semplice rapporto di parentela. I figli non devono pagare le colpe dei padri. Condanno l’eco mediatica che è stata data a questo libro. Un’importanza che, senza dubbio, ci impone una riflessione, innanzitutto tra i rappresentati istituzionali, sull’approccio a temi delicati come quello della mafia“.