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I due genitori accusati di aver fatto prostituire la figlia di nove anni a Trappeto, nel Palermitano, hanno scelto di non rispondere davanti al giudice, mentre i due presunti clienti hanno ammesso di aver incontrato la famiglia, ma di non aver avuto rapporti sessuali con la bambina.

Dalle indagini, partite in seguito alla denuncia di un testimone, che avrebbe visto in aperta campagna la piccola appartarsi con uno dei due indagati e consumare rapporti sessuali, è emerso un quadro sconvolgente: "Lasciava i soldi a me, mi dava 30 euro. A casa c'era anche mio padre che dormiva perché era stanco – ha raccontato la bambina – se penso a queste cose sento tristezza. Glielo dicevo a mia madre che non mi piacevano quelle cose. Non lo so però come è che mi ritrovavo a farle, ma non sono arrabbiata con mia madre perché lei non mi ha fatto niente di male".

Bimba costretta a prostituirsi, la rabbia del paese

In paese, intanto, la notizia ha animato un acceso dibattito ed è arrivata una pioggia di critiche dai genitori dei bimbi che frequentano l'asilo che si trova a pochi metri dall'abitazione di uno dei due presunti clienti, messo ai domiciliari. Sui social network sono stati tanti i commenti e i messaggi, partiti dopo che si è sparsa la voce che uno degli arrestati è nella stessa strada della materna: «Tanta rabbia per quell’essere e tristezza per la bambina — scrive su Facebook una utente — Il nostro paese è una piccola comunità e abbiamo il diritto di stare sereni e non pensare di avere un maniaco vicino ai nostri figli». 

«Nessuna pietà, vanno puniti severamente per dare l’esempio se ce ne fosse qualche altro porco in giro per il paese — scrive un altro utente sui social network — Pena esemplare, espulsione dal paese e affissione di manifesti in tutto il paese».