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Attenzione a bottiglie di plastica usate più volte, pellicole trasparenti low cost e pentole di dubbia provenienza: il Rasff – Sistema di allerta rapido europeo – ha messo in evidenza che "i materiali utilizzati per il confezionamento, l'imballaggio o la conservazione degli alimenti possono generare problemi differenti. Inoltre, le segnalazioni di materiali a rischio provengono soprattutto dalla Cina e si riferiscono a prodotti che hanno la capacità di rilasciare metalli pesanti, principalmente cromo, nichel, cadmio e piombo". 

A spiegarlo all'AdnKronos è Sabina Rubini, biologa ed esperta in sicurezza degli alimenti:

Rubini – si legge – è autrice di un'analisi sui principali rischi legati al contatto di materiali per il confezionamento con alimenti e bevande. "Il potenziale pericolo si riferisce anche alla migrazione di composti quali la classe degli ftalati o i perfluorati, ritenuti da tempo interferenti endocrini". Ogni materiale ha un potenziale pericolo, avverte l'esperta. Che 'assolve' però vetro e porcellana vetrificata: "Sono materiali per i quali, al di fuori della fragilità, è difficile trovare rischi chimici igienico-sanitari, a differenza della ceramica. Quest'ultima infatti, se decorata con vernici contenenti piombo (Pb) e cadmio (Cd), proibite in Europa e negli Usa, ma utilizzate da Paesi con standard di controllo meno rigidi, possono indurre un rischio da metalli pesanti. Ciò è stato confermato da casi in cui l'acquisto di stoviglie decorate a mano di dubbia provenienza, o da Paesi extraeuropei, da parte dei ristoratori, ha fatto riscontrare negli avventori intossicazioni derivanti appunto da metalli pesanti".

Per quanto riguarda le bottiglie di plastica, il materiale impiegato è il Pet, il cui potenziale rischio è rilasciare sostanze come la formaldeide (classificata come sicuramente cancerogena per l'uomo) o l'acetaldeide (classificata come possibile cancerogena), a volte responsabili del caratteristico 'sapore di plastica'. A rendere il Pet potenzialmente rischioso è il fatto che "queste sostanze – spiega l'esperta – in caso di esposizione a forti fonti di calore e radiazione solare diretta per tempi prolungati, potrebbero migrare dalla bottiglia plastificata nella bevanda". 

Il consiglio, quindi, è quello di evitare di usare le bottigliette più e più volte, non lasciarle in macchina ed evitare di tenere confezioni di acqua e bibite in balcone, dove potrebbero subire forti stress termici. Per quanto riguarda le pellicole, è importante accertarsi che il materiale sia adatto ad avvolgere anche alimenti contenenti oli o sostanze grasse. Il pericolo, infatti, è che contengano ftalati, che potrebbero migrare nell'alimento di natura oleosa o contenenti grassi. 

In relazione alle pentole in Teflon, l'esperta spiega:

"Demonizzate dall'opinione pubblica, perché ritenute in passato cancerogene a causa della presenza del perfluoro-ottanico sale ammonico (Pfoa) nella fase di produzione, vennero in seguito ritenute sicure, a patto che ne venga garantita la loro interezza strutturale".

Queste pentole dunque "possono essere considerate sicure sempre che vengano rispettate alcune precauzioni nell'uso. Nel lavaggio dei tegami in Teflon non è necessario sfregare la superficie, ma è sufficiente un lavaggio con acqua leggermente saponata. Non si devono assolutamente utilizzare detergenti abrasivi e nemmeno le pagliette in metallo o spugnette che possano risultare aggressive. Infine il lavaggio in lavastoviglie è possibile, ma è consigliabile utilizzare un ciclo di lavaggio a una temperatura attorno ai 50°C".

Come si evince, esistono dunque alcuni pericoli reali, che tuttavia vengono tenuti sotto controllo, grazie a un lavoro di sinergia tra legislazione, controlli ufficiali e azione delle autorità preposte al controllo.